REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 21 MARZO 2003 - N. 13
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ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE

DECRETO 5 febbraio 2003.
Aggiornamento del piano straordinario per l'assetto idrogeologico del comune di Canicattì.

Allegato
RELAZIONE DI ISTRUTTORIA

Il comune di Canicattì ricade nel bacino "Naro". Il territorio comunale è compreso nel foglio 637 "Canicattì"' in scala 1:50.000 nella carta d'Italia dell'IGM, nelle tavolette IGM in scala 1:25.000 "Serradifalco, foglio 267 II NE; Canicattì, foglio 267 II SE; Racalmuto, foglio 267 II SO; Montedoro, foglio 267 II NO; Campobello di Licata, foglio 271 I NE; Naro, foglio 271 I NO".
Nel piano straordinario per l'assetto idrogeologico, adottato con decreto n. 298/41, risulta che nel territorio comunale di Canicattì sono presenti aree di tipo franoso a rischio molto elevato che riguardano le zone dell'ospedale ed il piano di zona per leconomica e popolare (PEEP) in contrada "Cannarozzo" e tutta l'area del centro abitato "potenzialmente soggette a fenomeni di esondazione a rischio molto elevato".
Il comune di Canicattì, con nota n. 28903 del 26 ottobre 2000 (prot. ARTA 53085 del 27 ottobre 2000), ha richiesto la modifi ca dell'individuazione delle aree del territorio comunale soggette a rischio molto elevato di cui al piano straordinario di bacino per l'assetto idrogeologico, decreto n. 298/41 del 4 luglio 2000 e ha trasmesso lo studio geologico allegato alla relazione di massima del pia no regolatore generale approvato dal consiglio comunale nel 1998.
Successivamente, con nota n. 47992 del 13 dicembre 2001 (prot. Genio civile n. 10757 del 15 dicembre 2001), trasmetteva la valutazione della gradazione del rischio idrogeologico redatto dai geologi Angelo Mulone e Salvatore Vinci n. 18226 del 28 maggio 2002 (prot. Genio civile n. 4547 del 29 maggio 2002); la stessa veniva rielaborata e consegnata "brevi manu" l'11 novembre 2002.
In data 28 maggio 2002 con nota n. 18226 (ns. prot. 4547 del 28 maggio 2002) il comune di Canicattì ha trasmesso la relazione firmata dall'ingegnere capo dell'ufficio tecnico comunale Giuseppe Tomasella, munita di cartografia indicante il presumibile pelo libero dell'acqua in occasione dell'alluvione del 1991, la planimetria con le opere idrauliche realizzate e la planimetria delle opere idrauliche in corso di progettazione.
Nelle suddette relazioni vengono individuate le aree a rischio idraulico per esondazione riguardante il centro abitato. Per la descrizione dettagliata di queste aree si rimanda alle citate relazioni che vengono allegate alla presente.
In particolare la zona a rischio esondazione interessa le vie:
-  via Ten. Col. La Carruba,
-  largo Aosta;
-  via Cirillo;
-  via Battisti;
-  piazza IV Novembre;
-  via Capitano Ippolito;
-  via Nazionale;
-  via Cirillo;
-  via Bramante;
-  via Vittorio Emanuele.
I sottoscritti funzionari dell'ufficio del Genio civile di Agrigento, accompagnati dai tecnici comunali, si sono recati sui luoghi per una ricognizione e per verificare le deduzioni presentate dall'amministrazione comunale di Canicattì al citato decreto.
In particolare, si è fatto riferimento alle aree vincolate ricadenti all'interno del centro abitato e in contrada Cannarozzo-Giarra (zona ospedale).
Il territorio di Canicattì confina con la provincia di Caltanissetta e con vari comuni limitrofi della provincia di Agrigento (Naro, Ravanusa, Campobello di Licata, Castrofilippo e Racalmuto); altimetricamente il suo territorio è compreso tra le quote di 650 m. e 350 m. sul livello del mare.
Il territorio comunale di Canicattì è inquadrabile geologicamente al centro del noto "bacino di Caltanissetta", che può considerarsi come un'ampia fossa tettonica colmata da sedimenti marini prevalentemente plastici e da colate gravitative di età compresa tra il Miocene medio superiore ed il Quaternario.
Queste aree già deformate vengono interessate, durante il Tortoniano superiore, da grosse colate di sedimenti silico-clastici che si depositano nelle aree più depresse ed al fronte delle falde.
Successivamente, a causa della chiusura del bacino del Mediterraneo con l'oceano Atlantico avutasi a seguito dell'innalzamento della soglia di Gibilterra, si instaura una crisi di salinità con il deposito di sedimenti prevalentemente evaporitici afferenti alla serie gessoso-solfifera siciliana. La tettonica inframessiniana ha provocato delle discordanze stratigrafiche a carattere regionale, che in gran parte dell'isola separa la successione evaporitica in due distinti cicli sedimentari. Nel Pliocene inferiore, a seguito dell'abbassamento della soglia di Gibilterra, si ha il ritorno ad una sedimentazione normale di mare aperto che porta alla deposizione di micriti pelagiche a Globigerine note con il termine di "Trubi", diffuse in tutta la Sicilia e con i quali si chiuse la serie gessoso-solfifera siciliana.
Le unità stratigrafiche affioranti nel territorio comunale di Canicattì sono costituite a partire dai termini più antichi dal substrato argillo-marnoso facente parte della formazione di Terravecchia, estesa ampiamente lungo margini nord-ovest e sud ed in contrada Buccheri nella parte est. Stratigraficamente seguono i termini della serie gessoso-solfifera la cui sequenza non è rappresentata da tutti i termini i cui spessori sono molto variabili e difficilmente cartografabili a causa dell'esiguità dei singoli spessori e per l'alto grado di alterazione e trasformazione provocate per l'intenso utilizzo in agricoltura. In discordanza con la serie sottostante seguono i Trubi che a volte sono sormontati da argille ed argille sabbiose sulle quali va a chiudere la serie regressiva costituita da sabbie e calcareniti ad ostreidi e pettinati. Questi affioramenti si riscontrano estesamente in contrada Renazzi e, in minore misura, in contrada Giglio e Gufi.
I terreni che costituiscono il centro urbano di Canicattì sono:
-  argille della formazione Terravecchia: sono costituite da argille, argille sabbiose e/o marnose di colore grigio azzurro o bruno a luoghi intercalate con sottili livelli di sabbie quarzose giallastre. Questi litotipi sono presenti nella parte sud-ovest dell'abitato;
-  calcare di base: si tratta di brecce calcaree e calcari compatti vacuolari in banchi metrici, con interstrati marnosi decimetrici e con stratificazione più o meno evidente. Affiora nella parte del vecchio centro storico e nella zona di espansione presente a est del centro urbano;
-  trubi: sono marne calcaree e calcari marnosi bianchi a globigerine, di aspetto mammellonare e frattura concoide. Sono presenti nelle aree a nord ed nord-est della zona urbana;
-  argille ed argille sabbiose: sono costituite da argille limose, limi sabbiosi e argille marnose grigio azzurre a stratificazione indistinta con sporadiche intercalazioni sabbiose arenacee. Questo litotipo costituisce in affioramento i terreni di sedime delle aree a sud dell'abitato;
-  depositi alluvionali: sono costituiti da limi, sabbie e ciottoli di fondovalle, talvolta terrazzati in più ordini e colmate alluvionali. Essi sono presenti nel vecchio alveo sepolto del fiume Naro che attraversa tutto l'abitato di Canicattì.
Morfologicamente siamo in presenza di un territorio di tipo generalmente collinare, con rilievi costituiti da materiali lapidei di natura calcarea, talvolta mascherati da coltri detritiche derivanti dalla disgregazione ad opera degli agenti esogeni della stessa roccia madre e dall'opera di antropizzazione effettuata per scopi agricoli con impianti agricoli di tipo intensivo.
Nelle parti più depresse sono presenti i corsi d'acqua principali, dove confluiscono quelli minori, generalmente a carattere stagionale; in particolare l'abitato di Canicattì è posto ai piedi di alcuni rilievi calcarei dove, sulle aree vallive, si insediava l'antico corso del fiume Naro, che aveva origine immediatamente a monte.
Idrograficamente il territorio non è interessato da un reticolo idrografico sviluppato; infatti il territorio in esame non presenta bacini idrografici completi ma, solamente dei bacini che alimentano dei corsi d'acqua del circondario. Per le caratteristiche altimetriche e per la conformazione collinare il territorio comunale di Canicattì ricade nella parte alta dei bacini imbriferi, dove è più bassa la superficie di drenaggio.
I corsi d'acqua di rilevanza idrologica sono:
-  fiume Naro: si forma dalle acque di ruscellamento provenienti da Monte Bardaro (652 m. sul livello del mare) ed attraversa l'abitato di Canicattì. Agli inizi del secolo e fino a pochi decenni fa l'alveo era a cielo aperto. In corrispondenza del ponte di Bonaria riceve il tributo del vallone Carnara, quindi si immette nel territorio di Favara e di Agrigento per sfociare, alla fine, a mare;
-  fiume Gibellina: costituisce il confine settentrionale del territorio comunale di Canicattì col territorio di Racalmuto, riceve gli apporti idrici dai due territori ed è un tributario del Gallo d'Oro che, a sua volta, si immette nel fiume Salito;
-  vallone della Carnara: è un impluvio tributario del fiume Naro, riceve attraverso una rete di rami inferiori, distribuiti secondo un reticolo idrografico di tipo "detritico" dove si riversano le acque di ruscellamento della parte occidentale del territorio comunale.
Questi corsi d'acqua sono da considerarsi a regime prevalentemente occasionale, ad eccezione del fiume Naro che può essere considerato perenne, in quanto su di esso si riversano le acque reflue cittadine, dopo essere state depurate.
In occasione di piogge intense, questi corsi d'acqua si ingrossano velocemente a seguito di un ruscellamento diffuso.
Centro abitato
L'abitato di Canicattì si è sviluppato lungo l'asse vallivo dell'alto corso del fiume Naro che si originava dalle colline di serra Bardaro e contrada Ricotta.
L'espansione urbanistica ha causato la scomparsa completa del tratto iniziale dell'alveo del fiume Naro che era in grado di raccogliere le acque di dilavamento superficiale di tutto il bacino imbrifero posto a monte dell'attuale centro abitato spostando ldel corso d'acqua verso valle di circa 3.00 km. in contrada Acquanova, infatti, il corso d'acqua è intercettato a monte del centro abitato e convogliato in un collettore sotterraneo per poi scaricarsi a valle nell'alveo naturale.
Negli anni passati, in occasione di eventi meteorici intensi, si sono verificati allagamenti di immobili e di vie cittadine non solo nella parte alta, ma anche nella parte centrale in prossimità delle via Ten. Col. La Carruba, largo Aosta; via Battisti; piazza IV Novembre; via Capitano Ippolito; via Nazionale; via Cirillo; via Bramante; via Vittorio Emanuele.
In particolare nell'anno 1991 si è verificata un'alluvione di notevole portata che ha provocato seri danni alle infrastrutture e causato perdita di vite umane.
In tale occasione il battente idrico ed il fango hanno raggiunto in taluni punti l'altezza di 80 cm. (vedasi planimetria trasmessa dall'ufficio tecnico comunale).
A seguito di tali eventi sono state realizzate e programmate alcune opere a presidio della città.
In particolare il P.A.R.F. approvato dall'ARTA prevede due grossi sistemi fognari per il recepimento di acque bianche e nere:
-  il sistema fognario denominato "A" è stato completamente realizzato e riguarda l'intero centro urbano dal depuratore alle pendici del monte Bardaro;
-  il sistema fognario denominato "B" riguarda le aree di contrada Giarre, contrada Cannarozzo e la parte occidentale di contrada Montagna e si diparte dal depuratore nel lato ovest. Tali lavori sono prossimi all'appalto.
Infine sono previsti due canali di gronda posti a nord e nord-ovest del centro abitato; tali interventi sono inclusi nel programma triennale delle opere pubbliche.
Gli interventi realizzati, sebbene abbiano migliorato la situazione generale, non hanno risolto del tutto i problemi lamentati nel passato.
Per quanto sin qui descritto viene di seguito formulata, sulla scorta delle indicazioni delle linee guida per la revisione del piano straordinario per l'assetto del vincolo idrogeologico nei centri abitati, e con riferimento alle relazioni citate, la valutazione del rischio idrogeologico del centro abitato.
1)  Centro abitato
Superficie interessata  =  73 ha 
Rischio  =  idraulico per esondazione 
Probabilità dell'evento Tr  =  20/50 anni (alta) 
Magnitudo  =  m3 
Battente idraulico  =  0.50 m.
Pericolosità  =  P3 
Elementi di rischio  =  centro abitato 

Dalla combinazione tra la pericolosità " e gli elementi di rischio: "." si perviene alla classe di rischio:
P3 x E4 = R4 rischio elevato.


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GIOVANNI CORICA: Direttore responsabile                               MARIA LA MARTINA: Redattore

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