REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
SUPPLEMENTO ORDINARIO
PALERMO - VENERDÌ 2 APRILE 2004 - N. 15
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE: VIA CALTANISSETTA 2/E - 90141 PALERMO
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AVVERTENZA
Il testo della Gazzetta Ufficiale è riprodotto solo a scopo informativo e non se ne assicura la rispondenza al testo della stampa ufficiale, a cui solo è dato valore giuridico. Non si risponde, pertanto, di errori, inesattezze ed incongruenze dei testi qui riportati, nè di differenze rispetto al testo ufficiale, in ogni caso dovuti a possibili errori di trasposizione

Programmi di trasposizione e impostazione grafica di :
Michele Arcadipane - Trasposizioni in PDF realizzate con Ghostscript e con i metodi qui descritti

SUPPLEMENTO ORDINARIO

SOMMARIO

ASSESSORATO DELL'AGRICOLTURA E DELLE FORESTE

CIRCOLARE 16 marzo 2004, n. 5.
Aggiornamento delle norme tecniche per l'applicazione dell'azione F1a del P.S.R. Sicilia, regolamento CE n. 1257/99. 




ASSESSORATO DELL'AGRICOLTURA E DELLE FORESTE

CIRCOLARE 16 marzo 2004, n. 5.
Aggiornamento delle norme tecniche per l'applicazione dell'azione F1a del P.S.R. Sicilia, regolamento CE n. 1257/99.

AL MINISTERO PER LE POLITICHE AGRICOLE
ALL'AGEA
ALL'ASSESSORATO REGIONALE DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE
AL DIPARTIMENTO FORESTE
ALLE AREE ED AI SERVIZI DEL DIPARTIMENTO INTERVENTI INFRASTRUTTURALI
ALLE AREE ED AI SERVIZI DEL DIPARTIMENTO INTERVENTI STRUTTURALI
ALLE UNITA' OPERATIVE NN. 20 E 21 DELL'OSSERVATORIO PER LE MALATTIE DELLE PIANTE DI ACIREALE E PALERMO
ALLE UNITA' OPERATIVE NN. 53 E 54 DELL'OSSERVATORIO PER LE MALATTIE DELLE PIANTE DI ACIREALE E PALERMO
AL SERVIZIO REGIONALE REPRESSIONE FRODI VINICOLE
ALL'ISTITUTO REGIONALE VITE E VINO
ALLE CONDOTTE AGRARIE
ALLE SEZIONI OPERATIVE DI A.T. E DIVULGAZIONE AGRICOLA
ALL'ENTE DI SVILUPPO AGRICOLO
ALLA CONFEDERAZIONE ITALIANA DELL'AGRICOLTURA
ALLA CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI
ALLA FEDERAZIONE REGIONALE COLTIVATORI DIRETTI
AGLI ORDINI PROVINCIALI DEI DOTTORI AGRONOMI E FORESTALI
AI COLLEGI PROVINCIALI DEI PERITI AGRARI
AI COLLEGI PROVINCIALI DEGLI AGROTECNICI
Al fine di recepire la normativa di più recente emanazione in materia di difesa fitosanitaria, si è ritenuto necessario apportare alcune modifiche alle norme tecniche per l'applicazione dell'azione F1a del Piano di sviluppo rurale per la Regione Sicilia, regolamento CE n. 1257/99, contenute nella circolare 12 febbraio 2003, n. 321 "Aggiornamento delle norme tecniche adottate nella Regione Sicilia", e successive integrazioni.
Tali modifiche hanno ricevuto il parere di conformità da parte del Comitato tecnico-scientifico nazionale per l'applicazione delle misure agroambientali.
Il testo di seguito pubblicato, che sostituisce integralmente la suindicata circolare 12 febbraio 2003, n. 321 e successive modifiche, è obbligatorio, per l'azione F1a del Piano di sviluppo rurale per la Regione Sicilia, a decorrere dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Il dirigente generale del dipartimento regionale interventi strutturali: CROSTA
Allegato
NORME TECNICHE PER L'APPLICAZIONE DELL'AZIONE F1a DEL PIANO DI SVILUPPO RURALE PER LA REGIONE SICILIA, REGOLAMENTO CE N. 1257/99

Premessa
Le norme tecniche che seguono, relative all'azione F1a del Piano di sviluppo rurale per la Regione Sicilia, sono state definite conformemente agli allegati "Criteri per la definizione delle norme tecniche di difesa delle colture e del controllo delle infestanti", stabiliti dal Comitato tecnico scientifico nazionale ed alla normativa vigente in materia fitosanitaria.
Tali norme hanno validità per tutte le colture previste dall'azione F1a del su indicato programma relativamente alla difesa fitosanitaria ed al controllo delle infestanti.
La Regione siciliana si riserva di modificare ed integrare, in accordo con la Commissione europea, le presenti norme tecniche anche al fine di disciplinare ulteriori colture finora non considerate.
Norme generali
-  L'adesione all'azione F1a comporta l'obbligo del rispetto delle prescrizioni contenute nelle presenti norme tecniche.
-  Ogni eventuale variazione della legislazione nazionale e comunitaria vigente in materia fitosanitaria, che in ogni modo possa influire sul contenuto delle suindicate norme tecniche, deve essere immediatamente applicata dai beneficiari dell'azione F1a, nelle more dell'aggiornamento delle norme medesime.
A titolo d'esempio, la revoca dell'autorizzazione all'uso di una sostanza attiva su una determinata coltura comporta per il beneficiario l'immediato divieto dell'uso di quella sostanza, anche se le norme tecniche, per quella medesima coltura, ne consentono l'impiego.
-  Qualora durante l'annata agraria fossero registrate nuove sostanze attive, il servizio IV del dipartimento regionale interventi strutturali, Assessorato regionale agricoltura e foreste, attraverso le proprie unità operative n. 20 (Osservatorio per le malattie delle piante di Palermo) e n. 21 (Osservatorio per le malattie delle piante di Acireale) potrà autorizzarne l'impiego per l'anno in corso, a condizione che sia stato acquisito il parere di conformità da parte del Comitato tecnico scientifico nazionale e che i nuovi formulati commerciali non siano classificati come "T", "T+" o "XN".
-  Qualsiasi deroga a quanto previsto dalle norme tecniche in termini di giustificazione degli interventi, di sostanze attive e dosi di impiego o di altri aspetti, (compreso l'eventuale esonero dalla collocazione di trappole per il monitoraggio dei fitofagi), deve essere autorizzata, in relazione a condizioni particolari dell'azienda/appezzamento, dalle suindicate unità operative nn. 20 e 21 (osservatori per le malattie delle piante di Palermo ed Acireale) in funzione del territorio di propria competenza. Tali deroghe vanno richieste per iscritto e motivate tecnicamente. La richiesta di deroga deve essere inoltrata alle suddette unità operative tramite gli organi tecnici competenti per territorio (unità operative di assistenza tecnica - ex sezioni operative -o sezioni periferiche di assistenza tecnica). La medesima unità operativa (Osservatorio per le malattie delle piante) fornirà una risposta entro tre giorni lavorativi dal ricevimento della richiesta.
-  E' obbligatorio escludere l'impiego di formulati classificati "molto tossici, tossici, o nocivi" (ex prima e seconda classe) qualora della stessa sostanza attiva siano disponibili per uguale utilizzo anche formulati classificati "irritanti" o "non classificati" (ex terza e quarta classe).
-  Le norme tecniche specifiche di ciascuna coltura sono riportate nella relativa scheda (es. pomodoro); sono escluse dalla misura le colture il cui ciclo si svolge interamente in ambiente protetto.
-  In ogni caso per l'effettuazione degli interventi di difesa fitosanitaria, gli agricoltori aderenti alla misura dovranno attenersi alle indicazioni fornite nei rispettivi territori di competenza dalle unità di zona, dalle unità operative di assistenza tecnica dell'Assessorato agricoltura e foreste - ex sezioni operative di assistenza tecnica e divulgazione agricola - e dalle sezioni operative periferiche dell'Ente sviluppo agricolo.
-  Per le colture erbacee in pieno campo deve essere rispettata una rotazione almeno biennale.
-  Dalla data di pubblicazione del decreto di riclassificazione delle etichette dei prodotti fitosanitari, riviste sulla base della "direttiva preparati pericolosi" (direttiva CE n. 67/458), previsto per agosto 2004, si applicherà temporaneamente e fino a nuovo aggiornamento delle norme tecniche, la sospensione del vincolo che prevede che quando della stessa sostanza attiva esistano diversi formulati commerciali, occorra privilegiare quello con la miglior classe tossicologica.
Difesa fitosanitaria
-  Le sostanze attive utilizzabili su una coltura sono esclusivamente quelle indicate nella relativa scheda con le eventuali limitazioni d'uso previste.
-  Le singole sostanze attive possono essere impiegate solo contro le avversità per le quali sono state indicate nella "scheda coltura" e non contro qualsiasi avversità.
-  Le dosi di impiego delle sostanze attive sono quelle previste nell'etichetta dei formulati commerciali; nei casi in cui la dose ammessa è inferiore a quella di etichetta, tale vincolo è indicato in retinato nella colonna "limitazioni d'uso e note".
-  La giustificazione degli interventi insetticidi, acaricidi e fungicidi per una determinata coltura viene stabilita secondo quanto riportato nella colonna "criteri di intervento" e/o in quella "note e limitazioni d'uso" della relativa scheda. Per distinguere i consigli tecnici dai vincoli, i criteri di intervento (o limitazioni d'uso) aventi carattere vincolante sono evidenziati in retinato come sotto indicato a titolo di esempio:
"Utilizzabile una sola volta all'anno".
-  Nella colonna "criteri d'intervento" è indicato il numero di trappole da collocare per appezzamento omogeneo. A tal fine si definisce omogeneo un appezzamento esteso almeno ettari 0,5 con caratteristiche colturali e pedoclimatiche uniformi.
-  Per l'esecuzione degli interventi per i quali nella colonna "note e limitazioni d'uso" è riportata la dicitura "previa autorizzazione dell'organo tecnico competente per territorio" il beneficiario è tenuto a formulare apposita richiesta a tale organo: unità operativa (ex SOAT) o SOPAT, secondo la competenza territoriale. In tale caso l'organo tecnico fornirà una risposta entro tre giorni lavorativi dalla richiesta. Per trattamenti afferenti a questa tipologia che però, dato il tipo di parassita o le condizioni predisponenti interessano intere aree omogenee, l'organo tecnico competente per territorio, ravvisatene l'opportunità può predisporre comunicati ufficiali (bollettini fitosanitari, ecc.) che individuino l'area territoriale in cui detti trattamenti sono autorizzati.
-  Il numero massimo di trattamenti ammessi contro una determinata avversità e con una determinata sostanza attiva è indicato nell'apposita colonna. Quando le s. a. indicate sono più di una il numero di trattamenti ammessi è riportato in corrispondenza del primo di essi ed il loro utilizzo si intende in alternativa. Le sostanze attive per le quali non è previsto un limite nel numero di trattamenti ammessi, sono riportati nella colonna "sostanze attive, ausiliari e mezzi biotecnici" in corsivo (es. composti del rame).
-  Le "limitazioni d'uso" dei prodotti fitosanitari relative al numero dei trattamenti sono da intendersi complessivamente per ciclo colturale, indipendentemente dalla dose e dall'avversità. Ad esempio i due trattamenti ammessi su una data coltura con i principi attivi A, B, C contro l'avversità X sono da intendersi inclusi e non in aggiunta ai tre trattamenti consentiti con gli stessi principi attivi contro l'avversità Y.
-  I volumi di acqua unitari consigliati per l'effettuazione dei trattamenti tramite veicolo liquido a "volume normale" adoperati in condizioni ordinarie di coltivazione per impianti in piena produzione sono: per gli agrumi lt. 2.400/ettaro; per olivo, nocciolo e fico d'india lt. 1.600/ettaro; per vite, pistacchio, ortive di pieno campo (insalate, anguria, zucchino, fragola, pomodoro, peperone, melanzana, patata, carciofo, carota, melone d'inverno), fragola e cappero lt. 1.000/ettaro; per i fruttiferi (pero, melo, pesco, albicocco, susino, ciliegio, mandorlo) lt. 2.000/ettaro, per piante in piena vegetazione, e lt. 1.400/ettaro per piante in riposo vegetativo; per nespolo del Giappone e kaki lt. 2.000/ettaro; per aglio, cipolla e cavoli lt. 500/ettaro.
-  I prodotti bagnanti e adesivanti sono ammessi purché appositamente registrati per l'uso.
-  E' consentita la concia di tutte le sementi e del materiale di moltiplicazione con i prodotti registrati per tale impiego.
-  Nell'applicazione dell'azione F1a del Piano di sviluppo rurale potranno essere utilizzati, fatte salve le eventuali limitazioni d'uso delle presenti norme tecniche, tutte le sostanze attive previste dal regolamento CE n. 2092/91 e successive modifiche, a condizione che siano regolarmente registrate in Italia.
Controllo delle infestanti
-  Il controllo chimico delle erbe infestanti è consentito solo per le colture e nei casi previsti dalle presenti norme tecniche.
-  Nelle norme tecniche specifiche di coltura le prescrizioni da rispettare sono riportate nella tabella "diserbo". E' ammesso l'impiego delle sole sostanze attivi riportate in dette tabelle.
-  Le dosi di applicazione degli erbicidi indicate nelle tabelle sono da riferirsi a formulati commerciali aventi la concentrazione riportata nella colonna "% di s. a.". L'impiego di formulati con diversa concentrazione è consentito, purché la quantità di prodotto sia calcolata in proporzione.
-  Ulteriori vincoli nella applicazione di interventi erbicidi possono essere indicati nella colonna "note" delle tabelle diserbo e sono evidenziate in retinato (vedere esempio in "Difesa fitosanitaria".
Fitoregolatori
-  L'impiego dei fitoregolatori di sintesi è ammesso solo per le colture e nei casi previsti dalle presenti norme tecniche.

Cliccare qui per visualizzare le schede allegate in formato PDF

NOTA ALLEGATA ALLE NORME TECNICHE PER L'USO DEGLI OLI MINERALI IN AGRUMICOLTURA

Gli oli minerali sono utilizzati in agrumicoltura da oltre un secolo. Nel corso degli anni hanno subito diverse modifiche nella loro composizione.
Caratteristiche fondamentali degli oli
-  Composizione dell'olio. Gli oli hanno una componente paraffinica, una naftenica, una aromatica ed una insatura, le ultime due sono fitotossiche. Gli oli ad alto contenuto di paraffine sono considerati migliori. La parte paraffinica e naftenica rappresenta il 90-95% del contenuto degli oli.
-  Residuo insulfonabile: quantità di olio che non può più reagire con l'acido solforico. Misura la quantità di composti fitossici rimanenti dopo la raffinazione. Attualmente in Italia questo parametro è l'unico indicato nella maggioranza delle etichette dei prodotti commerciali.
-  Punto di distillazione, in °C, del 50% dell'olio. Temperatura a cui distilla il 50% del campione analizzato. Questa caratteristica indica la pesantezza molecolare del composto e appare in qualche etichetta commerciale.
-  Intervallo di distillazione, in °C, del 10-90% dell'olio. Intervallo di temperatura entro cui distilla dal 10 al 90% del campione analizzato. Più è stretto questo intervallo maggiore è l'omogeneità dell'olio e minori sono le frazioni non desiderate (quelle troppo leggere non sono efficaci, quelle troppo pesanti sono fitotossiche).
-  Api Gravity. Indica la composizione idrocarburica ed è una misura dell'elemento paraffinico degli oli. Più è alto questo parametro più un olio è paraffinico.
-  Viscosità. Misura il grado di fluidità ed è un'altra indicazione della pesantezza dell'olio. Gli oli paraffinici o leggeri sono quelli a più bassa viscosità.
-  Peso molecolare. E' una misura della "leggerezza" e della "pesantezza" del composto.
-  Numero di neutralizzazione. Indica l'acidità dell'olio. Da indagini effettuate sono in commercio in Italia tre tipi di oli per l'agrumicoltura di cui due sono di nuova introduzione, denominati in vari modi (narrow range, oli estivi, oli paraffinici, oli leggeri, ecc.), e uno è quello tradizionale, commercializzato con tantissimi formulati. Qui di seguito elenchiamo le caratteristiche dichiarate dei tre tipi di oli.



I tre oli vengono indicati in questa nota solo in base al primo parametro (punto di distillazione del 50%), perché è quello che riassume meglio le caratteristiche salienti dell'olio ed è accettato a livello internazionale (U.S.A. e Australia).
Sfortunatamente nelle etichette, non sempre vengono riportati i dati sopra menzionati, pertanto si invita alla cautela nella scelta dei prodotti commerciali, e si auspica una maggiore precisione nelle etichette da parte delle ditte interessate.
Suggerimenti per l'uso degli oli in agrumicoltura
-  Olio minerale 213 °C (punto di distillazione del 50%): da preferire nei periodi più freddi o in prossimità dell'invaiatura, perché contiene frazioni più leggere e si degrada più rapidamente.
-  Olio minerale 226 °C (punto di distillazione del 50%): più efficace nel periodo estivo rispetto al 213.
-  Olio minerale tradizionale 235 °C (punto di distillazione del 50%): più efficace nel periodo estivo rispetto al 213; può determinare effetti fitotossici poiché contiene frazioni più pesanti e si degrada più lentamente.





Tenuto conto della disponibilità sul mercato di numerosi tipi di oli, si suggerisce una strategia di difesa basata su più interventi (4-6 per anno) con olio a bassi dosaggi (0,5-1%), per contenere le infestazioni di minatrice serpentina, acari e cocciniglie.
In ogni caso bisogna evitare di trattare con temperature superiori ai 32°C e umidità relativa inferiore al 20-30%. Le piante devono essere irrigate prima del trattamento.
CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELLE NORME TECNICHE DI DIFESA DELLE COLTURE E CONTROLLO DELLE INFESTANTI NELL'AMBITO DELL'APPLICAZIONE DELL'AZIONE F1A DEL P.S.R.SICILIA, REGOLAMENTO CE N. 1257/99

OBIETTIVI
La difesa fitosanitaria deve essere attuata impiegando, nella minore quantità possibile (quindi solo se necessario e alle dosi minori), i prodotti a minor impatto verso l'uomo e l'ambiente scelti fra quelli aventi caratteristiche di efficacia sufficienti ad ottenere la difesa delle produzioni a livelli economicamente accettabili e tenendo conto della loro persistenza.
Quando sono applicabili tecniche o strategie diverse occorre privilegiare quelle agronomiche e/o biologiche in grado di garantire il minore impatto ambientale, nel quadro di una agricoltura sostenibile. Il ricorso a prodotti chimici di sintesi andrà limitato ai casi dove non sia disponibile un'efficace alternativa biologica, agronomica, meccanica o fisica.
NORME TECNICHE
In conformità agli obiettivi richiamati ed ai criteri, successivamente precisati, ciascuna Regione dovrà definire specifiche "Norme tecniche".
Le norme tecniche devono fare riferimento ai principi della lotta integrata, tenendo conto che tale strategia si inserisce nel contesto più ampio della produzione integrata.
In questo senso punto di riferimento sono le linee guida contenute nel documento "Integrated production - Principles and technical guidalines" pubblicato sul bollettino IOBC/WPRS, volume 16 (1) 1993, riportato in allegato.
Tali "Norme tecniche" dovranno riguardare tutte le colture oggetto dei programmi per l'applicazione della misura A1 e dovranno evidenziare:
1)  le avversità riconosciute come pericolose per le singole colture;
2)  i criteri di intervento in base ai quali valutare la presenza ed il livello di pericolosità delle avversità; tali criteri devono essere funzionali alla giustificazione del ricorso agli interventi di difesa.
3)  i prodotti fitosanitari selezionati che possono essere utilizzati per la difesa;
4)  note sull'impiego ed eventuali limitazioni d'uso dei prodotti fitosanitari.
Le norme tecniche predisposte da ciascuna Regione dovranno essere fra loro quanto più omogenee e potranno differire solo per garantire la soluzione di problemi fitosanitari connessi alle peculiari caratteristiche di ciascun ambito territoriale. Il Comitato tecnico-scientifico costituito dal Mi.P.A.F., sulla base degli obiettivi e dei criteri enunciati nel presente documento, provvederà a verificare la rispondenza delle norme tecniche previste da ciascuna Regione.
CRITERI
Le "Norme tecniche" dovranno essere impostate in modo da consentire una corretta gestione fitoiatrica che si basi su due specifici momenti decisionali:
a)  necessità o meno di intervenire e scelta del momento ottimale;
b)  individuazione dei mezzi di difesa.
A)  Necessità o meno di intervenire e scelta del momento ottimale
Gli interventi fitoiatrici devono essere giustificati in funzione della stima del rischio di danno. La valutazione del rischio deve avvenire attraverso adeguati sistemi di accertamento e monitoraggio che dipendono dalle variabili bio-epidemiologiche e di pericolosità degli agenti dannosi.
L'individuazione dei momenti e delle strategie di intervento più opportune variano in relazione alla natura ed alle caratteristiche delle avversità: La giustificazione degli interventi deve essere conseguente ad osservazioni aziendali o a valutazione di carattere zonale per aree omogenee.
A.1)  Criteri fondamentali per la difesa dai fitofagi
1)  E' necessario individuare per ciascuna coltura i fitofagi maggiormente pericolosi e altri, di minore importanza, a diffusione occasionale e/o caratteristici di specifici ambiti territoriali.
2)  E' necessario valutare la presenza degli stadi dannosi dei fitofagi e soprattutto, il relativo livello di densità attraverso specifici metodi di campionamento. Questo criterio si traduce nell'applicazione del concetto di "soglia economica di intervento". Tali soglie si dovranno riferire a condizioni "normali" delle colture, intendendo così una condizione di ordinarietà a livello di vigore vegetativo, produzione, bilancio idrico, pressione parassitaria negli anni precedenti ecc.
3)  E' necessario verificare la presenza di eventuali antagonisti naturali e del rapporto che intercorre con la specie fitofaga: Questo aspetto va enfatizzato e sviluppato anche in relazione alla scelta di principi attivi selettivi.
4)  E' necessario individuare il momento ottimale di intervento in relazione a:
-  andamento delle infestazioni;
-  stadio di sviluppo della specie dannosa e suo grado di pericolosità;
-  presenza contemporanea di più specie dannose;
-  caratteristiche dei principi attivi, loro efficacia e meccanismo d'azione in relazione ai diversi stadi di sviluppo dei fitofagi;
-  andamento meteorologico e previsioni del tempo.
5)  E' necessario privilegiare le tecniche di lotta biologica o integrata e i mezzi agronomici a basso impatto ambientale.
A.2)  Criteri fondamentali per la difesa dalle malattie
L'elevata pericolosità di alcune malattie infettive rende quasi sempre impossibile subordinare i trattamenti all'accertamento dei sintomi macroscopici dell'avversità e obbliga alla messa in atto di valutazioni previsionali, riservando la strategia dell'inizio dei trattamenti dopo la comparsa dei sintomi ai patogeni a basso rischio epidemico. Diversi sono quindi gli approcci sulla base dei quali si devono impostare i conseguenti programmi di difesa:
1)  modelli previsionali - Si basano su considerazioni e calcoli impostati fondamentalmente sull'analisi combinata della sensibilità fenologica e degli eventi meteo-climatici necessari per la manifestazione dei processi infettivi o ne valutino il successivo sviluppo. Differenti sono i modelli previsionali utilizzabili, alcuni in grado di stimare il livello di rischio (es. mod. IPI per la peronospora del pomodoro) e altri il momento ottimale per l'esecuzione dell'intervento anticrittogamico (es. tabella di Mills per la ticchiolatura del melo e "regola dei tre dieci per la peronospora");
2)  valutazioni previsionali empiriche - Relativamente ai patogeni per i quali non sono disponibili precise correlazioni fra fattori meteo-climatici e inizio dei processi infettivi possono essere messe in atto valutazioni empiriche, meno puntuali, ma sempre imperniate sull'influenza che l'andamento climatico esercita sull'evoluzione della maggior parte delle malattie (es.: moniliosi, muffa grigia) e utili per la razionalizzazione dei trattamenti: strumenti fondamentali per l'applicazione di tali strategie sono la disponibilità di attendibili previsioni meteorologiche e efficaci strumenti per la diffusione delle informazioni;
3)  accertamento dei sintomi delle malattie - Questa strategia, che sarebbe risolutiva per la riduzione dei trattamenti cautelativi, può essere applicata per i patogeni caratterizzati da un'azione dannosa limitata e comunque non troppo repentina (es. oidio su colture erbacee e anche su colture arboree in condizioni non favorevoli allo sviluppo delle epidemie, ruggini, cercosporiosi, alternariosi, septoriosi). Lo sviluppo di tale strategia è condizionato dalla disponibilità di anticrittogamici endoterapici e dalla definizione di soglie di intervento che consentono un'ulteriore ottimizzazione dei programmi di difesa.
4)  privilegiare la utilizzazione di varietà resistenti o tolleranti alle malattie e/o gli anticrittogamici ammessi dal regolamento CE n. 2092/91.
A.3)  Criteri fondamentali per il controllo delle infestanti
Anche per il controllo delle infestanti occorre orientare gli interventi nei confronti di bersagli precisamente individuati e valutati.
Due sono i criteri di valutazione da seguire:
1)  previsione della composizione floristica - Si basa su osservazioni fatte nelle annate precedenti e/o su valutazioni di carattere zonale sulle infestanti che maggiormente si sono diffuse sulle colture in atto. Con questo metodo si dovrebbe definire la probabile composizione floristica nei confronti della quale impostare le strategie di diserbo più opportune. Tale approccio risulta indispensabile per impostare eventuali interventi di diserbo nelle fasi di pre semina e pre emergenza;
2)  valutazione della flora infestante effettivamente presente - E' da porre in relazione alla previsione e serve per verificare il tipo di infestazione effettivamente presente e per la scelta delle soluzioni e dei prodotti da adottare, in particolare in funzione dei trattamenti di post emergenza;
3)  privilegiare gli interventi di diserbo meccanico e fisico, o interventi chimici localizzati (es. diserbo sulle file nel caso delle sarchiate).
B)  Individuazione dei mezzi di difesa
La scelta e l'applicazione dei mezzi di intervento non devono tenere conto solo degli aspetti fitoiatrici ed economici, ma devono essere subordinati ai possibili effetti negativi sull'uomo e sugli ecosistemi.
Possono essere individuati due livelli di scelta:
-  selezione qualitativa dei mezzi di difesa;
-  ottimizzazione delle quantità e delle modalità di distribuzione.
B.1)  Selezione qualitativa dei mezzi di difesa
Nella individuazione dei mezzi di intervento dovranno essere privilegiati i seguenti aspetti:
1)  scelta di varietà resistenti o tolleranti alle avversità;
2)  utilizzazione di materiale di propagazione sano;
3)  adozione di pratiche agronomiche in grado di creare condizioni sfavorevoli agli organismi dannosi (es. ampie rotazioni, concimazioni equilibrate, irrigazioni localizzate, adeguate lavorazioni del terreno, ecc.);
4)  mezzi fisici (es. solarizzazione del terreno);
5)  mezzi biotecnici (es. antagonisti, attrattivi, ecc.);
6)  prodotti naturali a basso impatto ambientale. A tale proposito si precisa che potranno essere tutti i principi attivi previsti dal regolamento CE n. 2092/91 a condizione che siano regolarmente registrati in Italia.
Per quanto riguarda i prodotti di sintesi, la selezione dovrà essere imperniata sulla considerazione dei diversi aspetti che concorrono a definirne il profilo.
Nella scelta dei fitofarmaci occorre:
-  individuare quelli che possiedono una buona efficacia nei confronti delle avversità e che si inseriscono, per le loro caratteristiche tecniche, nella strategia di intervento specificatamente individuata;
-  minimizzare i rischi per la salute dell'uomo e dell'ambiente selezionando i fitofarmaci che risultano a minor impatto;
-  enfatizzare l'attività degli organismi utili, ricorrendo ai fitofarmaci più selettivi.
In particolare le caratteristiche dei fitofarmaci che devono essere considerate allo scopo di individuare il miglior compromesso fra salvaguardia dell'ambiente, la tutela della salute dell'uomo e le esigenze applicative sono:
-  efficacia nei confronti dell'avversità;
-  selettività per la coltura;
-  rischio tossicologico per l'uomo sia per quanto riguarda gli effetti a breve termine (tossicità acuta) che quelli a lungo termine (tossicità cronica);
-  selettività nei confronti degli organismi utili;
-  persistenza nell'ambiente e sugli organismi vegetali;
-  mobilità nel suolo;
-  residualità sulla coltura con particolare riferimento alla parte edule;
-  rischi di resistenza;
-  formulazione;
-  miscibilità.
In particolare, per quanto riguarda gli aspetti ecotossicologici gli elementi che occorre considerare sono i seguenti:
1)  tossicità per l'uomo - Per il rischio tossicologico acuto è obbligatorio escludere o limitare fortemente i prodotti "tossici" e "molto tossici", e limitare quelli "nocivi" preferendo l'impiego di prodotti meno tossici. Relativamente ai rischi di tossicità cronica occorre porre limitazioni, sia qualitative che quantitative, all'uso dei prodotti per i quali non siano chiaramente esclusi "indizi di pericolosità".
Nelle valutazioni inoltre potranno essere considerate significative differenze nei valori dell'ADI (acceptable daily intake);
2)  dannosità all'agroecosistema - Da considerare in particolare la selettività per gli organismi utili specie per quelli dotati di un ruolo attivo nella regolazione delle popolazioni dannose, nonché sulla produttività (pronubi); dovranno, inoltre essere limitati i fitofarmaci che hanno evidenziato problemi di inquinamento ad ampio raggio da deriva;
3)  residualità sui prodotti alimentari - Tale aspetto costituisce un elemento di utile valutazione per il posizionamento dei principi attivi nell'ambito delle strategie di intervento; occorre, perciò dare preferenza a quei principi attivi che abbiano minore periodo di carenza o adottare un periodo di sicurezza più cautelativo rispetto a quello definito in etichetta;
4)  comportamento nell'ambiente - Si considera la persistenza di un principio attivo nel terreno insieme alle caratteristiche di mobilità nel suolo nonché nelle acque. Tali aspetti risultano determinanti per gli erbicidi, per i quali occorre orientarsi verso prodotti a limitata persistenza che assicurino l'attività solo per il periodo necessario a garantire il contenimento delle infestanti sulla coltura in atto. Questo criterio di selezione si ripercuote anche sulla scelta delle strategie d'intervento. Infatti, quando tecnicamente praticabile, al fine di contenere l'impiego dei prodotti residuali si tende a preferire gli interventi di post-emergenza (per lo più fogliari e sistemici) a quelli di pre-emergenza.
B.2)  Ottimizzazione delle quantità e delle modalità di distribuzione
I diversi mezzi di lotta devono essere applicati adottando tecniche che consentano di ridurre al minimo indispensabile le quantità necessarie per l'espletamento dell'attività fitoiatrica nonché la dispersione nell'ambiente. Questo obiettivo può essere perseguito attraverso l'ottimizzazione dei parametri di distribuzione.
A tale fine il più efficace e immediato metodo per ridurre la quantità di fitofarmaco impiegata è sicuramente rappresentato dal ricorso a macchine irroratrici efficienti e correttamente tarate e regolate sia per ridurre la dispersione fuori bersaglio sia per consentire un'ottimale azione antiparassitaria. In generale la giustificazione degli interventi e di per se l'intera applicazione dei criteri generali deve determinare una riduzione delle quantità di p.a. impiegate per unità di superficie, attraverso una riduzione del numero complessivo degli interventi.
Per quanto riguarda il diserbo è obbligatorio, quando tecnicamente e operativamente fattibile, ridurre la quantità di principio attivo per unità di superficie ricorrendo a distribuzioni tempestive (es. microdosi) e localizzate sul bersaglio (es. pre-emergenza di alcune colture sarchiate).
PROGRAMMI REGIONALI AGRO-AMBIENTALI P.S.R., REGOLAMENTO CE N. 1257/99 PRINCIPI GENERALI PER LA DIFESA INTEGRATA A LIVELLO AZIENDALE
(Modificato ed ampliato da "Integrated production - Principles and technical guidelines" IOBC/WPRS Bulletin, volume 16 (1) 1993)


(2004.12.821)003*


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MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
FRANCESCO CATALANO, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
Gazzetta Ufficiale della Regione
Stampa: Officine Grafiche Riunite s.p.a.-Palermo
Ideazione grafica e programmi di
Michele Arcadipane
Trasposizioni in PDF realizzate con Ghostscript e con i metodi qui descritti


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