REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 27 GIUGNO 2008 - N. 29
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

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DECRETI ASSESSORIALI

ASSESSORATO DEI BENI CULTURALI ED AMBIENTALI E DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE


DECRETO 30 maggio 2008.
Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'area comprendente la "fascia costiera di Brucoli" ricadente nel comune di Augusta.

IL DIRIGENTE DEL SERVIZIO TUTELA DEL DIPARTIMENTO REGIONALE BENI CULTURALI E AMBIENTALI ED EDUCAZIONE PERMANENTE

Visto lo Statuto della Regione;
Visto il D.P.R. 30 agosto 1975, n. 637, recante norme di attuazione dello Statuto della Regione siciliana in materia di tutela del paesaggio, di antichità e belle arti;
Visto il testo unico delle leggi sull'ordinamento del governo e dell'amministrazione della Regione siciliana, approvato con D.P.R. 28 febbraio 1979, n. 70;
Vista la legge regionale 1 agosto 1977, n. 80;
Vista la legge regionale 7 novembre 1980, n. 116;
Visto il regolamento di esecuzione approvato con R.D. 3 giugno 1940, n. 1357;
Visto il parere prot. n. 2364/336.01.11 dell'8 febbraio 2002, reso dalla Presidenza della Regione, Ufficio legislativo e legale, che attribuisce il potere di firma dei provvedimenti di vincolo paesaggistico al dirigente generale, di cui all'art. 139 del testo unico n. 490/99, oggi art. 142 del decreto legislativo n. 42 dell'1 maggio 2004, come sostituito dall'art. 12 del decreto legislativo n. 157 del 24 marzo 2006;
Visto il decreto n. 5900 del 17 aprile 2008, con il quale il dirigente responsabile del servizio tutela è delegato per la firma dei provvedimenti relativi alle competenze della struttura intermedia cui è preposto;
Visto il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il codice dei beni culturali e del paesaggio;
Visto il decreto legislativo 24 marzo 2006, n. 157, recante "Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 97 del 27 aprile 2006, supplemento ordinario n. 102;
Visto il decreto n. 7123 dell'11 agosto 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 52 del 2 dicembre 2005, con il quale è stata ricostituita per il quadriennio 2005/2009 la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Siracusa;
Esaminato il verbale n. 12 redatto nella seduta del 10 luglio 2007, con il quale la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Siracusa ha proposto all'ordine del giorno di sottoporre a vincolo paesaggistico, ai sensi dell'art. 136, lett. d), del decreto legislativo n. 42/2004, come modificato dall'art. 6 del decreto legislativo n. 157/2006, la "fascia costiera di Brucoli", ricadente nel comune di Augusta (SR), delimitato perimetralmente secondo quanto descritto nel verbale n. 12 del 10 luglio 2007, a cui si rimanda e che fa parte integrante del presente decreto;
Accertato che il verbale n. 12 del 10 luglio 2007, contenente la suddetta proposta di vincolo e la relativa planimetria, è stato pubblicato all'albo pretorio del comune di Augusta (SR) dal 2 agosto 2007 al 30 ottobre 2007 e depositato nella segreteria del comune stesso per il periodo previsto dall'art. 139, comma 1, del decreto legislativo n. 42/2004, come sostituito dall'art. 9 del decreto legislativo n. 157/2006;
Accertato, altresì, che - come previsto dall'art. 139, comma 2, del decreto legislativo n. 42/2004, come sostituito dall'art. 9 del decreto legislativo n. 157/2006 - dell'avvenuta proposta e pubblicazione è stata data notizia su tre quotidiani, due a diffusione regionale (La Sicilia e La Gazzetta del Sud) ed uno a diffusione nazionale (La Repubblica);
Accertato, altresì, che - come previsto dall'art. 139, comma 2, del decreto legislativo n. 42/2004, come modificato dall'art. 9 del decreto legislativo n. 157/2006 - dell'avvenuta proposta e pubblicazione è stata data notizia nei siti informatici della Provincia regionale di Siracusa, del comune di Augusta (SR) e della Regione siciliana, dipartimento beni culturali e ambientali ed educazione permanente;
Vista l'osservazione alla proposta di vincolo paesaggistico denominato "fascia costiera di Brucoli", ricadente nel comune di Augusta (SR), prodotta in data 21 novembre 2007 dall'ing. Gualtiero Cualbu in qualità di interessato al piano di lottizzazione "Aronia";
Vista la nota prot. n. 2514 del 5 marzo 2008, con la quale la Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Siracusa riscontra la sopracitata osservazione, "e pur condividendone lo spirito e la finalità,..." evidenzia che "la questione è imperniata sulle quantità minime di verde da mettere a dimora all'interno dell'unico piano di lottizzazione interessato, non vi è dubbio che queste quantità minime coincidono, nella formulazione della proposta di vincolo, con quelle previste dalla normativa urbanistica (D.I. n. 1444/68) per le quali se ne è prevista l'allocazione lungo la fascia costiera, ma è anche vero che, a discrezione del lottizzante e con effetto sicuramente migliorativo sia per l'impatto paesaggistico che per la vivibilità stessa all'interno del comparto, è possibile implementare le quantità di verde da impiantare, sia all'interno dei singoli lotti che negli spazi comuni.
Alla luce di quanto sopra premesso, si ritiene, pertanto, superfluo attivare le procedure amministrative a modifica dell'istruttoria della proposta di vincolo in argomento";
Ritenute condivisibili le motivazioni della Soprintendenza a non modificare l'istruttoria della proposta di vincolo in argomento;
Accertato che, per quanto comunicato con la nota n. 2805 del 13 marzo 2008 della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Siracusa, le uniche osservazioni prodotte al vincolo de quo ai sensi dell'art. 139 del decreto legislativo n. 42/2004, come sostituito dall'art. 9 del decreto legislativo n. 157/2006, sono quelle presentate dall'ing. Gualtiero Cualbu in data 21 novembre 2007;
Vista la nota prot. n. 2805 del 13 marzo 2008, con la quale la Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Siracusa ha trasmesso la perimetrazione di dettaglio di vincolo della "fascia costiera di Brucoli", all'uopo richiesta da questo Assessorato, nella quale si specificano i confini delle singole aree ricadenti all'interno del medesimo vincolo;
Ritenuto, quindi, immediatamente comprovato, sulla base degli atti di cui sopra, che le motivazioni riportate nel verbale n. 12 del 10 luglio 2007 sono sufficienti e congrue rispetto alla proposta di vincolo formulata e testimoniano l'esigenza di proteggere un ambiente singolare, che presenta tutti i requisiti per essere oggetto di una studiata e corretta tutela che impedisca alle bellezze naturali e paesaggistiche della zona in questione di subire alterazioni di degrado irreversibili;
Considerato, quindi, nel confermare la proposta di vincolo in argomento, di potere accogliere nella loro globalità le motivazioni espresse in maniera sufficiente e congrua dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Siracusa nel verbale n. 12 del 10 luglio 2007, i cui confini sono correttamente evidenziati nella planimetria ivi allegata e descritti in dettaglio nell'allegato alla nota prot. n. 2805 del 13 marzo 2008 della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Siracusa, documenti ai quali si rimanda e che formano parte integrante del presente decreto;
Ritenuto, pertanto, che nella specie ricorrono evidenti motivi di pubblico interesse, per il cospicuo carattere di bellezze naturali, paesaggistiche, storico-architettoniche oltre che geologiche e geomorfologiche, che suggeriscono l'opportunità di sottoporre a vincolo paesaggistico la "fascia costiera di Brucoli" ricadente nel comune di Augusta (SR), in conformità alla proposta deliberata dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Siracusa nella seduta n. 12 del 10 luglio 2007;
Rilevato che l'apposizione del vincolo comporta l'obbligo per i proprietari, possessori o detentori, a qualsiasi titolo, degli immobili ricadenti nella zona vincolata, di presentare alla competente Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Siracusa, per la preventiva autorizzazione, qualsiasi progetto di opere che possa modificare l'aspetto esteriore della zona stessa;
Visto l'art. 140 del decreto legislativo 24 gennaio 2004, n. 42, come sostituito dall'art. 10 del decreto legislativo 24 marzo 2006, n. 157;

Decreta:


Art.  1

Per le motivazioni espresse in premessa, l'area comprendente la "fascia costiera di Brucoli" ricadente nel comune di Augusta (SR), descritta nel verbale n. 12 del 10 luglio 2007 della commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Siracusa e delimitata nella planimetria ivi allegata, così come specificata in dettaglio nell'allegato alla nota prot. n. 2805 del 13 marzo 2008 della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Siracusa, che sono parte integrante del presente decreto, è dichiarata di notevole interesse pubblico, ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, lett. d), del decreto legislativo n. 42/2004, come modificato dall'art. 6 del decreto legislativo n. 157/2006, e dell'art. 9 del regolamento di esecuzione approvato con R.D. 3 giugno 1940, n. 1357.

Art.  2

Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, unitamente al verbale n. 12 del 10 luglio 2007 della competente commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Siracusa e alla planimetria, e sue specifiche di dettaglio, di cui sopra è cenno, ai sensi degli artt. 140, comma 3, del decreto legislativo n. 42/2004, come sostituito dall'art. 10 del decreto legislativo n. 157/2006, e 12 del R.D. n. 1357/1940.
Una copia della Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana contenente il presente decreto sarà trasmessa entro il termine di mesi uno dalla sua pubblicazione, per il tramite della competente Soprintendenza, al comune di Augusta (SR), perché venga affissa per 90 giorni all'albo pretorio del comune stesso.
Altra copia della Gazzetta, assieme alla planimetria della zona vincolata, sarà contemporaneamente depositata presso gli uffici del comune di Augusta (SR) dove gli interessati potranno prenderne visione.
La Soprintendenza competente comunicherà a questo dipartimento la data dell'effettiva affissione del numero della Gazzetta sopra citata all'albo del comune di Augusta (SR).

Art.  3

Avverso il presente decreto è ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R. entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, nonché ricorso gerarchico al dirigente generale di questo dipartimento entro 30 giorni decorrenti dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Palermo, 30 maggio 2008.
  MAZZARELLA 

Allegati
Verbale n. 12 del 10 luglio 2007
COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA TUTELA DELLE BELLEZZE NATURALI E PANORAMICHE DI SIRACUSA
Proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico della "fascia costiera di Brucoli" in comune di Augusta (vincolo paesaggistico)

L'anno duemilasette il giorno 10 del mese di luglio, così come comunicato ai componenti con nota prot. n. 10240/Amm. del 26 giugno 2007, alle ore 9,30 si è riunita nei locali della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Siracusa, sita in piazza Duomo n. 14, la commissione BB.NN. e PP. di Siracusa, istituita con decreto n. 7123 dell'11 agosto 2006 per il quadriennio 11 agosto 2005 - 10 agosto 2009.
Intervengono alla riunione:
1)  arch. Mariella Muti, presidente;
2)  arch. Giusy Genovesi, componente;
3)  arch. Andrea Catania, componente;
4)  arch. Francesco Cortese, componente;
5)  ing. Paolino Greco, componente;
6)  arch. Salvatore Infantino, componente;
7)  ing. Nicola Ferla, componente;
8)  sig. Daniele Mezzasalma, istruttore dir. della Soprintendenza di Siracusa, segretario.
Per fornire tutti i necessari chiarimenti ed approfondimenti, assistono alla riunione i seguenti dirigenti della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Siracusa: dott.ssa Maria Musumeci (responsabile servizio museo archeologico Lentini e aree archeologiche Leontinoi e Megara) e dott. Antonio Mamo (responsabile unità operativa XI).
L'argomento all'ordine del giorno è il seguente:
-  proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico della "fascia costiera di Brucoli" ai sensi degli artt. 136 e seguenti, decreto legislativo 22 gennaio 2004 e successive modifiche ed integrazioni (vincolo paesaggistico).
Il presidente, accertata alle ore 10,00 la presenza di tutti i componenti, dichiara aperta la seduta. Il presidente fa inoltre presente che la Soprintendenza di Siracusa, così come evidenziato nella precedente seduta del 14 giugno 2007, ha redatto, per la proposta all'ordine del giorno, il testo e la perimetrazione del vincolo con le modifiche apportate nelle sedute del 23 maggio 2007 e del 4 giugno 2007 affinché vengano esaminati dalla commissione.
Qui di seguito si riporta il suddetto testo modificato della proposta di vincolo; la planimetria relativa alla perimetrazione del vincolo, costituente parte integrante della proposta, viene identificata come allegato 1) al presente verbale.
Proposta di vincolo paesaggistico:
"La fascia costiera di Brucoli"

PREMESSA
La presente proposta di vincolo paesaggistico, redatta ai sensi dell'art. 136, lett. d), del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, coord. con i decreti legislativi 24 marzo 2006, nn. 156 e 157, nasce dall'esigenza di tutelare e valorizzare una porzione del territorio del comune di Augusta, troppo spesso segnata dalla compresenza di elevata qualità delle risorse naturali e di grandi degradi generati dall'urbanizzazione ed industrializzazione degli ultimi decenni e che vive oggi un momento di trasformazione che vede una sempre maggiore domanda di utilizzo del territorio da parte di attività imprenditoriali legate all'uso del mare e della costa (stabilimenti balneari, circoli nautici, attività alberghiere, ecc.), nonché di lottizzazioni finalizzate all'uso abitativo della fascia costiera, che vanno regolarizzate ed opportunamente indirizzate attraverso uno strumento di pianificazione paesistica.
La fase di analisi del territorio in particolare è stata sviluppata in occasione della redazione di una tesi di laurea, ad opera dell'arch. Alessia Grazia Pace, di concerto con questa Soprintendenza e dalla quale gli atti del vincolo che si propone prendono ampio spunto.
Le tavole di analisi sono estrapolate da quelle del piano territoriale paesistico della provincia di Siracusa, ambito 17, in corso di redazione definitiva.
Le coste della Sicilia, degna rappresentante dello sviluppo economico-edilizio del dopoguerra, evidenziano tutte le problematiche legate alla mancanza di un'adeguata pianificazione costiera: tra queste la presenza caotica di aree edificate, infrastrutture, impianti industriali; le alterazioni create sugli ecosistemi marini e costieri da differenti forme d'inquinamento; la perdita d'identità di ambienti sociali e l'alterazione delle caratteristiche fonti di ricchezza, ad esempio pesca e turismo.
Oggi l'evoluzione del territorio costiero siciliano, anche in vista dell'auspicato sviluppo turistico, va ben indirizzata principalmente dove per anni il mancato controllo e l'abusivismo hanno creato ampie zone di degrado. Le modificazioni socio-demografiche e culturali fin ora hanno agito sul turismo almeno in due modi: si è avuto un aumento della domanda di aree e sono emerse richieste specifiche di fruizione turistica. Ciò si può tradurre nella crescente esigenza di collocare l'uso del tempo libero in un contesto ambientale d'elevata qualità, che consenta condizioni di vita capaci di compensare, seppure temporaneamente, quelle dell'ambiente urbano di residenza stabile. In quest'ottica il recupero e la salvaguardia delle aree "marittimo-litoranee" siciliane deve realizzarsi come continuo rapporto globale-locale: dove il globale implica la realizzazione di una rete di conoscenze e di proposte per il territorio dell'isola e per il mare che la circonda, mentre il locale va letto come l'insieme dei valori sociali e territoriali capaci di caratterizzare un'area e di individuare ipotesi di sviluppo economico.
E' importante, dunque, puntare al recupero dell'esistente, come ricerca dell'identità del luogo, e alla conservazione attiva per migliorare la qualità degli ambienti. Queste due scelte potranno portare ad uno sviluppo turistico capace di valorizzare potenzialità tuttora presenti, e di promuovere una rinascita economica. Indubbi vantaggi possono venire dallo sviluppo del turismo.
I CARATTERI GENERALI DELL'AREA
La fascia costiera di Brucoli, posta circa alla medesima distanza dalle città di Catania e Siracusa, inserita in un ambiente geografico unico, si distingue per le sue particolari valenze storiche e naturalistiche e per i notevoli aspetti scenici e paesaggistici.
Nell'ambito del territorio comunale di Augusta, Brucoli, dotato di caratteristiche proprie, costituisce un fatto completamente a se stante, così, nonostante le sue esigue dimensioni, consente di trattare i problemi paesaggistici ambientali in modo del tutto autonomo.
L'ambiente è delimitato a sud e sud-est da una conca naturale che si spinge, partendo ad anfiteatro dalla radice della penisola sulla quale sorge il borgo, fino al monte Tauro ed alla linea ferroviaria, a nord-ovest dal pianoro della Gisira che, con la penisola, stringe il canale scavato dal torrente Porcaria.
Il borgo, circondato dalle acque del golfo e da quelle del canale, si sviluppa per una lunghezza di circa 500 m. ed una larghezza di 150 m.
La baia con l'antico borgo, tipico villaggio di pescatori mediterraneo, la "cava" del Porcaria e il banco della Gisira costituiscono, quindi, un'unità paesaggistica di grande fascino. Il litorale è rotto dall'estuario del torrente largo dai 25 ai 30 m., e presenta scogliere a strapiombo e dolcemente degradanti verso il mare spesso caratterizzate da insenature frastagliate. A differenza dell'entroterra, il paesaggio della Gisira e quello del promontorio del monte Tauro assumono un aspetto aspro e inospitale, ma, tuttavia offrono belvederi e scenari d'incomparabile dolcezza e forza, e habitat naturali e ancora sufficientemente integri. Il castello di Brucoli e il santuario protocristiano della Madonna dell'Adonai rappresentano, con il torrente Porcaria, il "Pantakyas di Tucidide", la memoria storica del luogo.
Il torrente, che scorre incanalandosi tra pareti alte dai dodici ai quindici metri, è l'ambito naturale più vivace ed ecologicamente più ricco, invita alla fruizione attraverso i sentieri che ad esso si raccordano.
Su tutto il territorio si trovano sparse numerose testimonianze, delicate tracce, risalenti al Paleolitico e al Neolitico: buche di palo di villaggi a palafitte, sepolcreti e diverse tipologie di tombe.
Il borgo nacque durante il XV secolo, da un primo nucleo di abitazioni di pescatori e di addetti al caricatore che all'estremità della penisola facilitava le operazioni di carico delle merci provenienti dall'entroterra.
Il torrente Porcaria era un tempo navigabile, conseguentemente, il grano e i prodotti agricoli delle terre interne, e soprattutto di Lentini, erano facilmente condotti lungo questa via d'acqua per poi essere imbarcati sui velieri che trovavano comodo riparo nell'estuario.
La lingua di terra, su cui si attesta il villaggio e il canale, era il luogo ideale per quest'attività, per proteggere la quale si era dovuto edificare la torre.
Fino al secolo scorso, accanto al fiorire della pesca e dei commerci, era ben sviluppata l'attività di produzione della calce, i ruderi di tre fornaci che puntualizzano ormai debolmente il paesaggio ne sono oggi testimoni.
La pietra bianca della Gisira era molto conosciuta e richiesta, in particolare a Catania.
Dopo il terremoto del 1663 che distrusse questa città, i velieri di Brucoli giunsero a costituire una vera e propria flotta.
I cenni storici e le considerazioni espresse fanno un quadro degli elementi fisici e delle attività umane intorno alle quali si è composto, nel tempo, il paesaggio naturale e culturale di questa località, e ai quali l'uomo è rimasto radicato e profondamente vincolato fino alla metà del secolo scorso.
IL QUADRO DELLE CRITICITA'
Il luogo, oltre alle valenze intrinseche più avanti illustrate, offre una elevata qualità percettiva, dal momento che tuttora, nonostante i processi di trasformazione in atto, offre numerosi punti panoramici particolarmente suggestivi che mostrano, insieme agli altri scenari, anche una superba visione dell'Etna.
Da circa un quarantennio, il piccolo borgo marinaro e i suoi litorali sono frequentati ai fini ricreativi e per la balneazione, attraendo famiglie appartenenti ai comuni delle province dell'interno, che hanno stabilito qui la propria residenza di villeggiatura.
Su questa costa sono evidenti, tuttavia, i segni e i processi di una trasformazione antropica aggressiva e poco sensibile ai valori del luogo, come d'altra parte accade, in un modo o in un altro, in altre località costiere in Italia e nel mondo: a sud e a nord di Brucoli lo sfruttamento continuo delle aree avviene per un uso esclusivamente residenziale; dalla baia di Agnone fino a Castelluccio, la costa è completamente satura di complessi di villeggiatura estiva che hanno chiuso ogni accesso al mare.
La cittadina di Augusta si è espansa rapidamente verso nord, non potendosi sviluppare in direzione contraria per la presenza dell'area del petrolchimico; sul monte Tauro, nuove palazzine e complessi residenziali si apprestano a mutare il paesaggio, disponendosi a corona sul territorio comunale e sulla baia di Brucoli.
A partire dalla fine degli anni '70, e con una forte accelerazione in seguito al disastroso terremoto del '90, i pressi della stazione di Brucoli sono stati edificati, divenendo in breve tempo un'altra periferia-satellite di Augusta.
Negli anni ottanta, l'inserimento sul banco della Gisira di un grosso complesso edilizio per la residenza stagionale e di un villaggio turistico, ha creato una sorta di ferita al paesaggio. La situazione economica non è delle migliori, segnata in passato da una forte crescita, si è oggi arrestata.
Sulla costa a sud di Augusta, il grande polo petrolchimico, insediatosi negli anni '50, tra importanti aree archeologiche e naturalistiche, ha costituito per anni l'unico sbocco occupazionale, trasformando profondamente il territorio e la realtà sociale. Oggi è in crisi per la diminuzione dell'attività industriale; aumentano i licenziamenti, le quantità di emissioni e di scarichi inquinanti non regolamentate influiscono negativamente sulla vita degli habitat naturali e sulla salute degli abitanti. La pesca, da secoli base dell'economia di Brucoli, non è più produttiva.
L'attività più vitale e redditizia sembra essere l'edilizia.
Intorno alla baia vige il divieto di balneazione per l'inquinamento provocato dagli scarichi fognari di Brucoli aperti direttamente in mare.
Alcuni ambiti seminaturali costieri e del corso del Porcaria mostrano una situazione di disordine e rischiano la perdita di habitat importanti.
Dal quadro delineato si comprende come questa piccola realtà sia coinvolta da un processo di forte degrado esteso a tutti gli aspetti, da quello ambientale a quello socio-economico.
Sarà sempre più arduo parlare di sviluppo e di sostenibilità se non si avviano, in tempo, azioni che portano ad un'inversione delle tendenze in atto.
Ciò può avvenire accrescendo la consapevolezza delle popolazioni insediate favorendo gradualmente la loro partecipazione attiva ai momenti di proposta, verifica e scelta delle opportunità vere di sviluppo.
Le azioni utili sono quelle che tutelano le aree più sensibili con l'attivazione di vincoli attivi e piani paesaggistici, che prevedano, oltre alla conservazione degli habitat naturali, iniziative che restituiscano dignità allo stato dei luoghi e progetti innovativi e strategici di recupero, riscoperta e riconnessione delle risorse per fruizione culturale e naturalistica.
GLI ASPETTI FISICI
La geologia del territorio
Gli Iblei conosciuti come l'"Avampaese Ibleo" sono uno dei principali elementi strutturali della Sicilia orientale, fanno parte della crosta continentale africana spinta verso la placca europea nel movimento delle placche litosferiche.
I limiti della regione non sono ben marcati ma si articolano in ambienti di transizione, il confine lungo il mare Ionio consiste in una fascia di passaggio verso la porzione sommersa (piattaforma continentale) della stessa regione Iblea. Le stratificazioni calcaree orizzontali dell'altipiano centro-orientale risalgono alle epoche geologiche del Miocene-Pleistocene quando emersero i fondali marini. A nord, nell'area di Augusta, Melilli e Sortino, e ai margini sud-occidentali, monte Lauro, affiorano antichi espandimenti basaltici e materiali eruttivi formatisi ad opera dei vulcani sottomarini in epoca Pliocene-Pleistocene. Nel quaternario le fasi di trasgressione e regressione marina hanno dato luogo alla formazione di terrazzi marini, antiche linee di riva, come quello di monte Tauro, formati da depositi contenenti faune fossili. L'assetto odierno del territorio in esame è quello successivo all'ultima glaciazione Wurmiana, verificatasi nel continente europeo circa 30.000 anni fa. Il particolare andamento fluviale degli Iblei risale all'era terziaria quando, in seguito al verificarsi di fenomeni di attività tettonica, si è prodotto un ricco reticolo di fratture a raggiera. L'erosione carsica e fluviale nel tempo ha lavorato su queste fratture, creando profonde valli a pareti, o coste sub-verticali con fondovalle spesso piatto e pendenza moderata, le cosiddette "cave".
I numerosi corsi d'acqua che scorrono nelle cave profonde formano gli ambienti più caratteristici e significativi del paesaggio naturale di questo territorio.
Il territorio ibleo è ricco d'acqua, data la natura essenzialmente carsica. La funzione di drenare l'acqua è svolta, per lo più, dalla rete di circolazione sotterranea che si manifesta in superficie con la presenza di una miriade di sorgenti. Sulle pianure e in prossimità del mare il carsismo è evidente per la presenza di vaschette, impronte e vacuoli. Il fenomeno d'erosione è favorito dalle ricche associazioni a molluschi, licheni, piccole piante grasse e altre fanerogame che costituiscono un micro-ambiente che dà riparo a diverse specie d'invertebrati.
La "cava" del Porcaria
Il paesaggio nord orientale degli Iblei è caratterizzato da ambienti estremamente vivi e dinamici, per la presenza di umidità nel suolo e nell'aria e di spazi di ombra creati dalle pareti subverticali - le cave - in cui scorrono i corsi d'acqua, e ambienti più statici e aridi - i pianori rocciosi - in affaccio sul mare.
I fiumi Marcellino, Mulinello, i torrenti Cusmano, Cantera, Porcaria, e più a nord il piccolo torrente S. Calogero attraversano il territorio di Augusta, con un andamento dolcemente degradante verso nord-est. Il territorio di Brucoli è interessato da un sistema di faglie che chiude Brucoli stessa e la Gisira a nord di un quadrilatero irregolare aperto a settentrione, e chiuso a sud su Percettora e Oliveto, ad ovest dal Maccaudo e ad est dalla faglia che attraversa Punta Campolato da nord a sud. Il canale di Brucoli geologicamente è da considerarsi una "ria", la tipica insenatura costiera, di norma stretta, dovuta all'ingressione del mare nelle originarie valli fluviali.
Nelle pareti di calcare tenero del canale, lungo quasi un chilometro, dalle pareti rocciose e a picco sull'acqua, con altitudine che va da quota 0 s.l.m. all'imboccatura, fino a raggiungere i 10-15 metri all'interno (Calcirudidi ad Alghe e Clypeaster del Miocene Superiore) si aprono grotte di varia ampiezza e profondità - la cui archeologia non è stata ancora definita - le quali, certamente, so-no state scavate dalla corrente del Porcaria quando il letto del torrente, per fenomeni di bradisismo e di eustatismo, era più alto di quello attuale, e dal moto ondoso del mare in corrispondenza dei solchi di battente marini, lì dove il calcare opponeva poca resistenza all'azione disgregatrice dell'acqua; e quindi adattate dall'uomo alle esigenze, compresa quella, per alcune, di seppellirvi i propri morti. Tali grotte ci segnalano proprio fenomeni tettonici ed eustatici, ancora attivi, in quanto alcune di loro, quelle aperte nel più basso solco di battente marino (se ne contano almeno tre nel canale), sono oggi sommerse dal mare dopo un periodo di emersione che le ha viste utilizzate dall'uomo. Il fenomeno è confermato, oltre che dalle grotte del canale, anche da alcune cave di pietra a Punta Castelluccio e Punta Bonico, oggi semisommerse dal mare.
Assetto idrografico
Il torrente Porcaria ha la sua sorgente tra Villasmundo e Carlentini.
Si sviluppa per circa 12 km. e sfocia dentro il canale di Brucoli. Non possiede un bacino imbrifero particolarmente vasto ed insieme al bacino del S. Calogero è compreso in sistemi d'isoiete continue 600-700 mm. annui, perciò si suppone che la quantità e la durata delle precipitazioni siano, oggi come ieri, quasi uguali per entrambi i bacini.
Pur tuttavia conservava ai primi del novecento, fino all'estate, circa 0,040 mc./sec. d'acqua. Le sorgenti che un tempo lo alimentavano erano undici, sette localizzate all'interno dei suoi affluenti, quattro proprie. Oggi l'acqua proviene da una sorgente/pozzo esistente sulla sponda destra del torrente, in contrada Saperi, ad un centinaio di metri dal ponticello che porta alla Gisira, e dal drenaggio residuo dell'acqua meteorica della sovrastante pianura e della stessa Saperi. Oggi, nonostante i consumi per irrigazione, il Porcaria è rimasto tra i pochissimi corsi d'acqua megaresi a mantenere una portata continua anche in periodi di magra. Esiste, tuttavia, il rischio di vedere alterato radicalmente l'equilibrio dei suoi ecosistemi e di perdeme le caratteristiche naturali.
E' pur certo che la falda acquifera del sistema Siracusa-Lentini, a seguito del suo sensibile abbassamento per l'eccessivo emungimento cui è stata soggetta nell'ultimo mezzo secolo, ha cessato di alimentare sorgenti che magari, in passato, davano un modesto contributo alla portata del Porcaria se non altrimenti utilizzate nei vicini terreni. E' facile comunque avvertire che il fenomeno di piena, che si verifica in caso di forti e prolungate precipitazioni, non è più appariscente e spettacolare di quanto lo possa essere quello degli altri corsi d'acqua con bacino imbrifero adiacente a quello del Porcaria stesso - S. Fratello che nasce a nord ovest dell'omonimo ponte - e confluisce nel Mulinello dopo appena quattro chilometri, e il S. Calogero, con sorgenti, come il Porcaria, in contrada Maglitto ad est di Carlentini, e dei corsi d'acqua che mettono foce nel golfo megarese: Mulinello, Marcellino, Cantera e, per quanto possa definirsi corso d'acqua, il S. Cusimano.
E' anche certo che il ponticello che attraversa il Porcaria un po' prima della sua immissione nel canale, e che unisce l'horst di Gisira alla contrada Saperi sotto lo scalo ferroviario di Brucoli, raramente viene superato dalle acque in piena, malgrado il piano stradale sia quasi a livello dell'acqua.
Climatologia
Dal punto di vista climatico l'area è tipicamente mediterranea; caratterizzata da inverni miti e umidi e da estati calde e normalmente secche.
Il valore delle precipitazioni è di minore entità sulla costa rispetto alle aree centrali dell'altipiano. Un fatto che caratterizza tutta l'area iblea è la forte escursione termica giornaliera che si registra durante le stagioni intermedie; i valori raggiungono e spesso superano i 10-15° C. La temperatura media annuale è di 18,3° C. Nel periodo estivo la temperatura media si mantiene tra i 24° e 27° C, mentre nel periodo invernale non scende mai sotto gli 11° C; la media minima si ha in inverno con 7° C (ISTAT Siracusa).
Le precipitazioni sono concentrate nei mesi invernali e autunnali soprattutto settembre e marzo. La precipitazione media annua sul valore di 510 mm. è tra i più bassi della Sicilia (servizio idrografico di Augusta). Secondo il sistema di classificazione bioclimatica di Rivas Martinez (1981), la zona è pertanto ascrivibile alla fascia climatica di tipo "termo-mediterranea-secca" (T = 16-18°C; It = indice di termicità = 449-400; Io = indice ombrometrico = 2,0-3,0).


Mesi      mm. di pioggia 
Gennaio      78 
Febbraio      54 
Marzo      40 
Aprile      19 
Maggio      17 
Giugno      14 
Luglio     
Agosto     
Settembre      48 
Ottobre      57 
Novembre      98 
Dicembre      77 
  Anno 510 



L'assetto vegetazionale
La zona in esame appartiene alla fascia climatica "termo-mediterranea-secca". La vegetazione tipica di questa fascia è rappresentata dalla macchia del Myrto-Pistacietum lentisci o dell'Oleo-Ceratonion, presente su suoli più o meno profondi derivanti da calcari miocenici. In stazioni semirupestri il Myrto-Pistacietum lentisci è sostituito dall'Oleo-Euphorbietum dendroidis, associazione appartenente anch'essa all'Oleo-Ceratonion. Si tratta di un tipo di macchia marcatamente xerofila avente un ruolo edafoclimacico, anche se in taluni casi assume un significato di vegetazione secondaria in seguito alla degradazione di aspetti boschivi o nei processi di colonizzazione dei coltivi abbandonati. (Brullo, Marcenò).
Vegetazione riparia del corso del Porcaria
La vegetazione che caratterizza l'ambiente lungo il corso del Porcaria ha un alto valore paesaggistico oltre che naturalistico, per la presenza di specie vegetali molto peculiari. Risulta composta di una flora idrofila e igrofila molto specializzata, spesso di notevole valore fitogeografico e tassonomico. Sono specie a distribuzione piuttosto ampia e anche specie ad areale ristretto, oppure endemiche.
La disposizione a fasce dipende dalla diversa misura con cui incidono i fattori ecologici, umidità edifica, periodiche piene, insolazione, e varia via via che ci si sposta dal centro del fiume verso i margini della golena.
In corrispondenza dell'alveo fluviale nelle stazioni sommerse tutto l'anno si impianta una caratteristica vegetazione idrofila prettamente erbacea. Laddove invece il corso d'acqua scorre in valli strette e poco accessibili, le formazioni boschive ripari e tendono ad occupare tutta la stretta golena fluviale, lasciando poco spazio ad altre fasce di vegetazione. La vegetazione riparia è in massima parte da inquadrare nell'associazione Platano - Selicetum pedicella (Barbagallo, Brullo Fagotto, 1979), tipo di ripisilva caratteristica delle cave iblee strettamente legata ai substrati calcarei.
Vegetazione riparia
Le essenze arboree spontanee che dominano sono:
-  Fraxinus angustifolia sp. Oxicarpa;
-  Salix pedicellata;
-  Salix alba;
-  Populus nigra.
Più si accompagnano di solito:
-  Tamarix gallica;
-  Ficus carica;
-  Populus alba;
-  Celtis australis.
Nei tratti più interni distanti oltre quattro chilometri dalla costa si rinvengono:
-  Platanus orientalis;
-  Quercus pubescens;
-  Quercus ilex;
-  Cercis siliquastrum.
Agli alberi si associano numerosi arbusti e liane che costituiscono un denso e intricato sottobosco:
-  Rubus ulmifolium;
-  Ircinum;
-  Vitis vinifera;
-  Edera elix;
-  Rubia peregrina;
-  Rosa sempervirens;
-  Vitex agnus castus;
-  Lavatera sp.;
-  Pistacia terebinthus;
-  Hypericum;
-  Nerium oleander;
-  Crataegus monogyna;
-  Clematis vitalba;
-  Myrthus communis;
-  Cuulutea arborescens;
-  Phillyrea latifolia;
-  Pistacia lentiscus.
Si rinvengono anche numerose specie erbacee:
-  Acanthus mollis;
-  Arundo donax.
Le foci, per la naturale penetrazione d'acqua marina, presentano una vegetazione tipicamente alofila:
-  Tamarix;
-  Salicornia;
-  Juncus;
-  Limonium;
-  Cardus;
-  Antrocnemum;
-  Phragmites.
Tra le più curiose specie spontanee diffuse naturalmente nel territorio si osservano:
-  Ricinus communis;
-  Euphorbia sp.;
-  Ecballium elaterium;
-  Ferula communis;
-  Teucrium fruticans.
Vegetazione delle praterie e delle coste rocciose: Gisira e monte Tauro
Sui costoni rocciosi, con pendenza più o meno accentuata e ben soleggiati, del pianoro della Gisira e del monte Tauro, la vegetazione è quella tipica degli ambienti costieri mediterranei più aridi, derivati dalla lecceta degradata, in seguito alle trasformazioni secolari apportate dall'uomo con operazioni di taglio e incendio. Sono frequenti aspetti di macchia riferibili allo "Oleo Ceratonion", ma predomina la gariga, un'associazione composta da arbusti bassi, sparsi, spesso spinosi. Le specie che ne fanno parte hanno dovuto adattarsi ad un suolo poco fertile, caratterizzato, per lo più, da affioramenti calcarei. Inoltre, i venti marini, la temperatura secca e le scarse precipitazioni hanno contribuito a selezionarle ulteriormente così, dove non compaiono più le piante legnose, si giunge a manti erbosi. D'estate, le comunità vegetali di questi suoli sono disseccate, di colore giallo-bruno, e solo in primavera si può ammirare la fioritura delle specie che ne costituiscono la compagine.
Due particolari associazioni sono presenti nella fascia costiera siracusana: il Limonietum syracusani, che occupa una fascia vicina alla riva, e il Chameropo-Sarcopoterium spinosi che occupa l'interno e con cui è comunque a contatto.
In uno studio del '74 (Barbagallo, Fagotto, Rizza, aggiornato da Attardo nel '93) vi sono utili indicazioni a riguardo: il Critmo-Limonietum delle coste basse e delle falesie, vegetazione durevole e alofita, è proposto come Limonietum syracusani, il cui areale va da Morghella (Pachino) a Brucoli (Augusta). Il Critmo-Limonietum è un interessante endemismo affine al Limonium bocconei. Fra le caratteristiche di ordine superiore sono presenti: Limonium oleifolium, Chritmum maritimum, Plantago mecrorhiza, Anthemis secundiranea, Frankenia laevis, Latus cytisoi-des, Sllenesedaides.
Per quanto concerne il Chameropo-Sarcopoterium spinosi questa associazione comprende una vegetazione a piccoli pulvini esclusiva del siracusano, in particolare il Sarcopoterium spinosus e Thymus capitatus. Appartiene alla fitosociologia dell'Oleo-Cetratonion per la presenza di alcuni elementi termofili e all'ordine Pistacio-Rhamnetalia alterni, le cui specie più rappresentative sono: Teucrium fruticans, Chaemerops humilis, Asparagus.
Il paesaggio agrario
Il paesaggio in questa parte del territorio ibleo è ancora in parte contraddistinto dalle tradizionali coltivazioni arboree ed erbacee che hanno segnato l'economia di tutte le civiltà umane, insediate nei secoli in questi luoghi, anche se l'alta presenza antropica e le condizioni morfologiche ne hanno favorito il frazionamento in piccoli appezzamenti, generalmente collocati lungo le vie di comunicazione e i fondovalle.
Nel fondovalle del torrente Porcaria troviamo impiantati a sesto regolare lussureggianti agrumeti: aranci biondi "ovale" e limoni "femminello" sono coltivati fino a ridosso delle golene insieme a piccoli orti e a piante da frutto quali nespoli, noci e gelsi. A distanza, sui versanti prendono posto le più antiche coltivazioni in asciutto: la vite, il mandorlo, l'olivo, e il frumento. Pochi e isolati i seminativi arborati (a olivo e a carrubo). Resti di originali ficodindieti si osservano lungo gli argini e nei terreni adiacenti. Le "pale" erano usate nella lavorazione del sale come copertura dei depositi. Tra le essenze arboree e arbustive di tipo ornamentale a prevalente diffusione antropica troviamo l'Eucaliptus sp., la Robinia pseudoacacia, il Cupressus e l'Ailanthus Altissimo, introdotte per delimitare i fondi agricoli o per assolvere a funzioni di protezione dai venti dominanti.
Vegetazione osservata nell'area di studio
 1)  Vegetazione rupestre e di gariga.
 2)  Vegetazione di prateria e rupe con dominanza di specie infestanti.
 3)  Campi di frumento con ulivi o agrumi sparsi.
 4)  Oliveto rado e prateria.
 5)  Vegetazione ornamentale con alberi da frutto.
 6)  Vegetazione arborea e arbustiva ornamentale densa.
 7)  Agrumeti e frutteti con carrubo e olivo.
 8)  Oliveto rado con fichi d'india e arbusti.
 9)  Pini e acacia.
10)  Eucalipti e acacia.
11)  Vegetazione alveo riparia e vegetazione rupestre.
12)  Biotopo tutelato. Interessante formazione di gariga.
1  -  Vegetazione rupestre e di gariga
-  Spinaporci, Sarcopoterium spinosus, Rosaceae.
-  Timo arbustivo, Thymus capitatus, Lamiaceae (Labiateae).
-  Asparago pungente, Asparagus acutifolius, Liliaceae.
-  Ononide bacaja, Ononis natrix, Fabaceae (Papilionaceae).
-  Anthyllis cytisoides, Fabaceae (Papilionaceae).
-  Statice comune, Limonium vulgare, Plumbaginaceae.
-  Statice cespugliosa, Limonastrium monopetalum, Plumbaginaceae.
-  Violaciocca situata, Mathiola sinuata, Brassicaceae.
-  Violacciocca minore, Matthiola fruticolosa.
-  Piantaggine a cuscinetto, Plantago subulata, Plantaginaceae.
-  Cappero peloso, Capparis ovata, Capparaceae.
-  Bocca di leone gialla, Antirrhinum latifolium, Scrophulariaceae.
-  Garofanina vellutata, Petrorhagia velutina, Caryophyllaceae.
2  -  Vegetazione di prateria e rupe con dominanza di specie infestanti
-  Asfodelo mediterraneo, Asphodelus aestivus, Liliaceae.
-  Cardo mariano, Sylibum marianum, Asteraceae (Compositae).
-  Scarlina, Galactites tormentosa, Asteraceae (Compositae).
-  Becco di gru malvaceo, Erodium malacoides, Geraniaceae.
-  Radicchio stellato, Rhagadiolus stellatus, Asteraceae (Compositae).
-  Radicchiella rossa, Crepis rubra, Asteraceae (Compositae).
-  Ranuncolo rosoluto, Ranunculus bullatus, Ranunculaceae.
-  Rovo comune, Rubus ulmifolius, Rosaceae.
-  Cascellone comune, Bunias erucago L., Brassicaceae.
3  -  Seminativo arborato
-  Olivo, Olea europeae, Oleaceae.
-  Carrubo, Ceratonia siliqua, Caesalpiniaceae.
-  Papavero cornicolato, Glaucium corniculatum, Papaveraceae.
-  Fior d'oro, Chrisanthemum coronarium, Asteraceae (Compositae).
-  Radicchio stellato, Rhagadiolus stellatus, Asteraceae (Compositae).
-  Viperina cretese, Echium creticum, Boraginaceae.
-  Calcatreppola comune, Centaurea calcitrapa, Asteraceae (Compositae).
-  Olivo, Olea europeae, Oleaceae.
-  Carrubo, Ceratonia siliqua, Caesalpiniaceae.
-  Pratolina annuale, Bellisi annua, Asteraceae (Compositae).
-  Papavero cornicolato, Glaucium corniculatum, Papaveraceae.
-  Ingrassabue, Chrisanthemum segetum, Asteraceae (Compositae).
-  Fior d'oro, Chrisanthemum coronarium, Asteraceae (Compositae).
-  Scarlina, Galactites tormentosa, Asteraceae (Compositae).
-  Calcatreppola comune, Centaurea calcitrapa, Asteraceae (Compositae).
-  Damigella scapigliata, Tigelle damascena, Ranunculaceae.
5  -  Vegetazione ornamentale, piccoli frutteti e agrumeti
-  Mandorlo, Prunus dulcis, Rosaceae.
-  Arancio, Citrus sinensis, Rutaceae.
-  Limone, Citrus limon, Rutaceae Timalea tricocca, Cneorum, L. Cneoraceae.
-  Olivo, Olea europeae, Oleaceae.
-  Carrubo, Ceratonia siliqua, Caesalpiniaceae.
-  Fico, Ficus carica, Moraceae.
-  Oleandro, Nerium oleander, L. Apocynaceae.
-  Cipresso comune, Cupressus sempre virens L. Cupressaceae.
-  Gelso, Morus alba, Moraceae.
-  Nespolo del Giappone, Eriobotriajaponica, Rosaceae.
6  -  Vegetazione arborea e arbustiva ornamentale densa
-  Oleandro, Nerium oleander, L. Apocynaceae.
-  Agave, Agave americana, Agavaceae.
-  Palma da datteri, Phoenix dactylifera, Arecaceae (Palmae).
-  Pittosforo, Pittosforum tobira, Pittosforaceae.
-  Acacia longifolia, Acacia dealbata, Mimosaceae.
-  Acaci a floribunda, Acacia retinodes, Mimosaceae.
-  Bougainviliea glabra, Nyctaginaceae.
-  Hibiscus rosa-sinensis, Malvaceae.
-  Pino D'Aleppo, Pinus halepensis, Pinaceae.
-  Eucalipto, Eucalypthus globus, Myrtaceae.
7  -  Agrumeti e frutteti con carrubo e olivo
-  Olivo, Olea europeae, Oleaceae.
-  Carrubo, Ceratonia siliqua, Caesalpiniaceae.
-  Mandorlo, Prunus dulcis, Rosaceae.
-  Arancio, Citrus sinensis, Rutaceae.
-  Limone, Citrus limon, Rutaceae.
-  Timalea tricocca, Cneorum, L. Cneoraceae.
-  Nespolo del Giappone, Eriobotria japonica, Rosaceae.
8  -  Oliveto rado con fichi d'india e arbusti
-  Fico d'India, Opuntia ficus barbarica, Cactaceae.
-  Olivo, Olea europeae, Oleaceae.
-  Carrubo, Ceratonia siliqua, Caesalpiniaceae.
-  Pistacia saportae (P. lentiscus P. terebinthus) Ibrido.
9  -  Pini e acacia
-  Pino D'Aleppo, Pinus halepensis, Pinaceae.
-  Acaci a longifolia, Acacia dealbata, Mimosaceae.
-  Acacia floribunda, Acacia retinodes, Mimosaceae.
10  -  Eucalipti e acacia
-  Eucalipto, Eucalypthus globus, Myrtaceae.
-  Acacia longifolia, Acacia dealbata, Mimosaceae.
-  Acacia floribunda, Acacia retinodes, Mimosaceae.
11  -  Vegetazione alveo ripariale e vegetazione rupestre
-  Frassino, Fraxinus oxycarpa, Oleaceae.
-  Tamerice comune, Tamarix gallica, Tamaricaceae (foce del torrente).
-  Giunco pungente, Juncus acutus, Juncaceae (foce del torrente).
-  Aglio triqueto, Allium triquetrum, Liliaceae, (foce del torrente).
-  Malvone perenne, Lavatera olbia, Malvaceae (parte terminale del torrente).
-  Ricino, Ricinus communis, L. Euphorbiaceae (pressi del torrente).
-  Euforbia arborescente, Euphorbia dendroides L, Euphorbiaceae.
-  Euforbia cespugliosa, Euphorbia characias L., Euphorbiaceae (foce del torrente).
-  Euforbia con doppia ombrella, Euphorbia biumbellata, Euphorbiaceae.
-  Biancospino comune, Crataegus monogyna, Rosaceae.
-  Oleandro, Nerium oleander, Apocynaceae.
-  Rovo comune, Rubus ulmifolius, Rosaceae.
-  Fico, Ficus carica, Moraceae.
-  Piantaggine a cuscinetto, Plantago subulata, Piantaginaceae.
-  Camedrio femmina, Teucrium fruticans, Lamiaceae (costa rocciosa lungo il torrente).
-  Violaciocca situata, Mathiola sinuata, Brassicaceae.
-  Cappero peloso, Capparis ovata, Capparaceae.
-  Violaccioca minore, Matthiola fruticolosa, Brassicaceae.
12  -  Biotopo Capo Campolato
-  Lino delle fate annuale, Stipa capensis, Poaceae (Graminaceae).
-  Stipa tortilis, Poaceae (Graminaceae).
-  Giaggiolo siciliano, Iris pseudopumila, Iridaceae.
-  Cappero peloso, Capparis ovata, Capparaceae.
-  Timo arbustivo, Thymus capitatus, Lamiaceae (Labiateae).
-  Anthyllis cytisoides, Fabaceae (Papilionaceae).
-  Thapsia garganica, Apiaceae (Umbrellifere).
-  Zafferanone selvatico, Carthamus lanatus, Asteraceae (Compositae).
-  Scarlina, Galactites tormentosa, Asteraceae (Compositae).
-  Violacciocca sinuata, Matthiola situata, Brassicaceae.
-  Sonaglini maggiori, Briza maxiam, Poaceae.
-  Borraccina di Nizza, Sedum sediforme, Crassulaceae.
Margine delle strade e della ferrovia
-  Ailanto, Ailanthus altissima, Simurubaceae.
-  Bagolaro, Celtis australis, Ulmaceae.
-  Robinia, Robinia pseudoacacia, Leguminosae.
Fondale marino
-  Posidonia, Posidonia oceanica, Posidoniaceae.
Flora vascolare siciliana a rischio nel territorio di Augusta
-  Colchium bivonae Guss. Liliaceae. Sub - endemica non minacciata.
-  Muscari parviflorum Desf. Liliaceae. Stenomediterranea - rara.
-  Orchis palustris Jacq. Orchidaceae. Eurimediterranea - rara.
-  Trifolium con gestum Guss. Leguminose. Sub - endemica non minacciata.
-  Triglochin laxiflorum.
La fauna
Avifauna osservata lungo il corso del torrente Porcaria.
-  Airone Cinerino.
-  Germano Reale.
-  Gallinella D'Acqua.
-  Cavaliere D'Italia.
-  Corriere Piccolo.
-  Martin Pescatore.
-  Garzetta.
-  Gabbiano Reale.
-  Falco.
-  Upupe.
Presenza di numerosi invertebrati anfibi e piccoli mammiferi tra cui:
-  Riccio.
-  Lepre comune.
Gli aspetti storici
La baia di Brucoli, sin dalla preistoria, ha attratto l'uomo in cerca di rifugio grazie alla garanzia di un buon approdo e alla presenza di numerose sorgenti d'acqua. Intorno al 734 a.C. diverse stirpi di greci approdarono in tre punti della costa orientale della Sicilia: Teocle, Ateniese, tra Schisò e Taormina fondò Naxos; Archia, Corinzio, Ortigia; Lamis, a capo dei Dori di Megara, presumibilmente trovò comodo riparo per le imbarcazioni e per gli uomini alla foce del fiume Porcaria. Alcuni storici sono concordi nell'affermare che i megaresi scelsero questo tratto di costa come rifugio, usando come abitazioni provvisorie le numerose grotte presenti.
Dall'etimo greco troglo (foro, caverna) potrebbe essere derivato il nome Troghilon poi Trotilon della località citata da Tucidide e coincidente per molti con il territorio di Brucoli.
E' certo che i megaresi dopo una breve sosta, raggiunsero la città di Leontinoi, e da qui cacciati dai Calcidesi si spostarono a Thapsos (penisoletta di Magnesi). Morto Lamis, il re siculo Hyblon concesse loro di fondare sul suo territorio una città alla quale fu dato il nome di Megara Hyblaea a ricordo dell'antica patria e del generoso re siculo.
Così ci tramanda lo storico Tucidide:
-  ... "In quello stesso tempo anche Lamide, conducendo una colonia da Megara, giunse in Sicilia e, colonizzata una località di nome Tratilo al di sopra del fiume Pantakyas...".
La questione della localizzazione della colonia greca di Trotilon e del torrente Pantakyas ha coinvolto molti studiosi, i quali, partendo dagli scritti dello storico ateniese e di altri autori (Virgilio, Ovidio, Plinio, Silio Italico e Polieno), sono giunti a diverse ipotesi, non provate, tuttavia, per la difficile corrispondenza tra i toponimi e le scarse descrizioni geografiche dei testi classici. La maggior parte di essi identifica l'odierno Porcaria con il Pantakyas e localizza Trotilon sul banco della Gisira, nei pressi di Brucoli o addirittura "sotto" l'abitato. In seguito Paolo Orsi chiarì che sul tratto di costa di Brucoli vi fu uno stanziamento greco che ben presto si spostò in altra località, senza lasciare segni materiali della propria permanenza.
Le notizie storiche reperibili sul territorio in esame conducono al Medioevo, periodo in cui sorse il piccolo borgo marinaro.
La stretta lingua di terra che affianca il canale del Pantakias era sede di un importante caricatore, termine col quale erano denominati alcuni luoghi marittimi della Sicilia, dotati di magazzini, autorizzati al deposito e all'esportazione di granaglie, di vino e di altre derrate alimentari, trasferiti dai paesi dell'interno. I caricatori rivestivano grandissima importanza per l'economia dell'Isola procurando notevoli vantaggi economici ai gestori.
Molti documenti storici riguardano concessioni e privilegi di rendita del caricatoio e del porticciolo di Brucoli a varie importanti personalità; nel 1366 Federico III d'Aragona assegna al conte Moncada II, conte di Augusta, una rendita sul porto di Augusta e sul caricatore di Brucoli; nel 1396 Guglielmo Raimondo Moncada, maestro giustiziere del Regno, ottiene dai due re Martino I e Martino II e dalla regina Maria, oltre a terreni, feudi e demani anche il "diritto del tarì su tutte le esportazioni" della Bruca; nel Medioevo il caricatore apparteneva alla contea di Augusta, in quanto nel 1445 il conte e l'università rivendicavano il diritto esclusivo della vendita del vino, sostenendo la propria giurisdizione contro gli amministratori della camera reginale.
E' il re Giovanni D'Aragona a concedere nel 1466 alla moglie Giovanna Enriques il privilegio del possesso del porto e del caricatore di grano di Brucoli, sottraendolo alla giurisdizione della contea di Augusta, con facoltà di potervi costruire una torre, dotata di un miglio di terreno intorno e dieci miglia di mare. La costruzione della torre risale quindi al periodo aragonese (negli anni 1462-67), quando nasce la necessità di proteggere il caricatore dalle razzie piratesche, frequenti in quel periodo su tutta la costa ionica della Sicilia e in concomitanza del passaggio del territorio della Bruca alla camera reginale. Intorno al 1467, Juan Cabastida Hostalrich, gentiluomo proveniente da Barcellona, per incarico della regina Giovanna, costruisce la torre a difesa del porticciolo e delle famiglie di pescatori.
Una lastra marmorea, posta dentro un'edicola, sulla facciata meridionale, sovrastante l'ingresso ricorda l'evento. Essa così recita: "Sotto il regno della Regina dei siculi, Giovanna, sono stata eretta per custodire le granaglie di Brucoli, sono detta Bastida perché Giovanni Bastida mi fece costruire, da lui presi il nome".
Cabastida ebbe la torre in concessione dalla regina Giovanna, per tre generazioni, per se e i suoi eredi, per meriti acquisiti come governatore della camera reginale (nominato nel 1462), con facoltà di estrarvi annualmente un congruo quantitativo di grano e di difenderlo dalle incursioni piratesche nordafricane. Alla morte del Cabastida, avvenuta nel 1509, il figlio Giovanni vende la torre, gli annessi magazzini e il borgo ad Eleonora e Francesco Nullo, madre e figlio. Dopo un temporaneo possesso da parte di Antonio Corso e di Antonio Di San Martino, fra il 1573 e il 1579, l'Università di Augusta compra dalla Regia Corte la borgata di Brucoli, che così passa sotto la giurisdizione della piazzaforte di Augusta. Il castello ebbe un regolare presidio.
Alla fine del secolo XVI i viceré spagnoli promuovono il completamento del sistema difensivo della Sicilia orientale e anche il castello di Brucoli è completato. Ne parla nel 1583 l'architetto fiorentino Camillo Camilliani che considera l'area di Brucoli di particolare rilievo. Egli prevede la costruzione di nuove torri tra Augusta e Catania e il rafforzamento delle difese del castello di Brucoli, tra S. Calogero la torre di Agnone: "Del Ferrello dove si vorrà far la torre insin al castello della Bruca c'è miglio uno. Questo castello della Bruca per dire il vero egli è un'anticaglia molto sconcertata, et haverebbe bisogno di racconciamento, poiché egli è sopra un porto importante, che se non fusse così tralasciato il porto, e il castello, sarebbe per il vervitio del comun commertio di grandissima commodità [...] che ad un bisogno potria esser il salvo di una dozena di galee di tanta capacità si trova. Perciò sarei di parere per questa commodità e per altre del barcarizzo, che giornalmente si esercita, che detto castello s'accomodasse".
Un documento del 1821 pone l'accento sull'importanza strategica militare della baia di Brucoli, definita come la chiave per Augusta. Vi è descritto lo stato d'abbandono in cui versava il castello in seguito al terremoto del 1693. Secondo il redattore della relazione, due sono gli obiettivi strategici che si potevano conseguire con il rafforzamento della fortificazione di Brucoli: la torre adeguatamente ristrutturata e armata poteva proteggere le imbarcazioni locali e l'impedire ai nemici di avanzare più facilmente verso Augusta approfittando appunto dell'approdo.
Nel 1882, il fortilizio, smilitarizzato, passa al demanio che lo cede al barone Spedalieri di Catania, che lo utilizza come base di operazioni commerciali connesse alla vicina tonnara di Punta Bonico di cui oggi non vi è traccia.
I siti archeologici
Il comprensorio che fa capo al porto canale di Brucoli è particolarmente ricco di testimonianze archeologiche di grande importanza. E' evidente che fin dalla preistoria, le particolari condizioni ambientali di questo comprensorio ne hanno favorito la frequentazione, già a partire dal Paleolitico Superiore, come è documentato dal vicino sito di Campolato, dove sono anche presenti testimonianze del Neolitico. L'area del tavolato della Gisira, non lontano dal porto canale di Brucoli, ha restituito delle testimonianze archeologiche molto importanti già dalla preistoria. Sul tavolato della Gisira, che domina un ampio cerchio di orizzonte, è attestata la presenza dell'uomo nel Neolitico. Il sito, dopo una breve segnalazione da parte di Orsi, è stato oggetto di ricerche dagli anni '60 in poi, sia da parte di studiosi locali che da parte della Soprintendenza di Siracusa.
La presenza dell'uomo nell'area alla Gisira è documentata da una serie di buche di pali, che però non sembrano indicare una vera e propria organizzazione da giustificare la presenza di capanne, come se ne conoscono altrove, anzi, secondo studiosi locali, si possono distinguere al momento tre sistemi: il primo costituito da una serie lineare di buche, il secondo da una serie disposte su tracciato non rettilineo, il terzo che sembra indicare un'area; ma si potrebbe più facilmente trattare di fatti casuali. In ogni caso, il materiale ceramico così come l'industria litica si può inquadrare nell'ambito della facies di Stentinello. La ceramica rinvenuta include forme aperte e forme chiuse, di colore grigio, con decorazione incisa, ma anche excisa e ad impressione, molte volte caratterizzata dall'essere arricchita da una sostanza di colore biancastro, all'interno di tali incisioni; elementi che mostrano la grande attenzione alla decorazione ed un forte senso decorativo. Tali forme ceramiche e l'industria litica rientrano in un contesto ben più ampio, legato allo sviluppo di quella cultura che prende il nome dal sito di Stentinello, nel siracusano, ma che è attestato nella provincia di Siracusa in modo notevole. Geograficamente vicini sono i siti di Campolato, Acquasanta, Amara nord e sud, monte Tauro (Punta Tonnara, Punta Izzo, Capo S. Croce, Cozzo Telegrafo, Vallone Maccaudo), Punta Castelluzzo, Vallone Naga, Petraro, fino a Megara Hyblaea, le cui vicende relative alla sua fondazione sono connesse con il sito di Brucoli. Peraltro anche a Brucoli ed a Punta Tonnara sono segnalate buche per pali. Per quello di Brucoli, nei pressi del Castello non è da escludere l'utilizzo del porto canale. Vicino alla vetta di Cozzo Gisira e del Colle orientale si sono messi in luce una serie di testimonianze databili tra il Neolitico e l'Età del rame. Oltre ad una serie di fori circolari, spesso allineati, che costuiscono sistema, come ad Ognina, facendo pensare forse a piattaforme, il sito ha restituito uno dei pochi esempi di sepoltura neolitica conosciuto. Nel 1965, infatti, fu messa in luce una tomba di forma ovale (m. 2,30 x1,60x0,60). Era delimitata da lastroni, con pietrame nella parte interna come contrafforte. Lastre erano pure sul fondo, dove era anche una macina di pietra con tracce di ocra rossa. Era probabilmente una sepoltura individuale con orientamento est-ovest. Oltre a questa erano probabilmente altre tombe. Vicino alla tomba fu messo in luce un focolare dal diametro di m. 2,00, delimitato da lastroni in pietra calcarea. La tecnica era simile a quella della tomba, disposto ad un livello più alto, allineato allo stesso asse maggiore. Al di sotto del colle Gisira è stata messa in luce una grande capanna di forma approssimativamente rettangolare ma con lati brevi ricurvi, con orientamento nord-sud (5x2). L'ossatura era realizzata da pali perimetrali non equidistanti, posizionati all'interno di buche di cm. 15/15, mentre tre pali all'interno reggevano la copertura. Altre buche furono poi messe in luce sulle pendici del colle orientale, con frammenti o nel tardo Neolitico (Voza) o nella Prima Età del Rame - Facies S. Cono (B. Brea - Spigo). A tale periodo sembrano potersi riferire anche l'industria litica ed i frammenti raccolti in superficie.
Altre testimonianze importanti si riferiscono alla Prima Età del Bronzo (Facies di Castelluccio) (Fine III - metà II millennio a.C.). Orsi, infatti, già nel 1895, segnala "una piccola necropoli siculi, nei fianchi rocciosi del monte, isolato ed inespugnabile dalla parte di terra, mentre verso levante scendeva a mare per piano inclinato. L'abitato doveva appunto esistere al vertice di codesto piano, ed in una ricognizione io vi raccolsi cocci di spiccati caratteri siculi ed una mezza dozzina di ascie in basalto, per lo più rotte e sciupate dal lungo uso". Sono state localizzate anche ricerche su due tombe a grotticella, una del bronzo Antico ed altra a Tholos databile al bronzo medio, che ha forse modificato una più antica. Buche di palo anche queste riferibili a capanne di forma circolare sono state evidenziate nel corso di ricerche, così come due manufatti, che sono stati interpretati come altari o tavole per offerte.
Un altro insediamento, inquadrato nella Prima Età del Bronzo, è stato individuato in località Arcile, cui è riferibile una tomba a grotticella che si apre nella falesia sottostante. Si tratta di una tomba a grotticella, priva di anticella, con il riquadro dell'apertura di forma quadrangolare.
L'insediamento di Brucoli è connesso con un problema storico-topografico di notevole rilevanza, connesso con le problematiche della fondazione di Megara Hyblaea. Tucidide, lo storico greco del V secolo a.C., racconta che i Megaresi di Grecia, arrivando in Sicilia sotto la guida dell'ecista Lamis, si insediarono in una località chiamata Trotilon sopra il fiume Pantakyas. Da tale passo si deduce che il sito di Trotilon non era conosciuto e che il punto di riferimento era dato dal fiume Pantakyas. Il problema dell'identificazione del Pantakyas è stato molto dibattuto. Sulla base delle indicazioni delle fonti dalla maggior parte degli storici, da Fazello a Cluverio, hanno identificato questo fiume con il Porcaria, che nasce tra Carlentini e Villasmundo, che nell'ultimo tratto del suo corso è incassato fino alla foce, sulla cui riva destra sorge Brucoli. Sulla base della narrazione sintetica di Tucidide possiamo pensare che si trattasse di uno stanziamento provvisorio, che gli storici (Holm, Freeman, Orsi, Pace, Dunbabin, Berard ecc.) hanno ubicato nei pressi della foce del Porcaria, probabilmente sul pianoro della Gisira. Mentre ad esempio uno storico locale come Strazzulla lo ha collocato sopra la collina della Valle di Marcanto, dove aveva individuate testimonianze che poi Orsi ha identificato come costruzioni di epoca tardo romana o bizantina.
B. Brea identifica invece il Trotilon con Punta Castelluzzo e il Pantakyas con il San Calogero. Tutto questo ha importanza per quanto attiene alle aree di influenza Calcidese (Lentini) e poi Megarese. Il Vallet ricorda giustamente che lungo le pareti del Porcaria, nei pressi dell'attuale Brucoli, sono "numerosi grottoni... uniti da scale e da pericolo ed angusti passaggi", come ricorda Orsi (1902), che lo studioso ritiene artificiali ed utilizzati dalle genti dell'Alto Medioevo nei momenti di pericolo. Tuttavia esiste l'ipotesi (Ziegler 1939) che il termine Trotilon sia una deformazione del termine Trogilon, parola da collegare al termine Trogle, che significa grotta. E' ovvio che si tratta di ipotesi.
Lungo il corso del Porcaria sono presenti grotte naturali poi modificate ed utilizzate ad uso abitativo, funerario e culturale. Recenti ricerche hanno consentito di conoscere all'interno della maggior parte di queste nicchie, edicole votive, graffiti. Alcune di esse mostrano le tracce del loro utilizzo a scopo abitativo; mentre gli ipogei funerari presentano gallerie con arcosoli monosomi e polisomi. Al centro di questo insediamento rupestre, riferibile nella sua fase più rappresentativa al periodo bizantino, è una grande grotta che, sulla base dei graffiti, sembra potersi inquadrare in epoca bizantina.
Altra presenza importante nel contesto è l'oratorio rupestre di S. Maria Adonai. Nel Tardo Medioevo la piccola insenatura costituì la base di un emporio che, grazie ai benefici concessi, accrebbe la sua importanza a tal punto da giustificare la costruzione del castello ad opera di Giovanni Cabastida, governatore della Camera reginale di Siracusa. A poco meno di un chilometro e vicina al mare è la grotta eremitica, la cui storia, per quanto derivata da fonti sospette, è connessa con dei primi martiri della Chiesa lentinese. Narrano che Agatone, vescovo di Lentini, riuscì a sottrarsi alle persecuzioni di Tertullo. Denunziato da spie, lasciato il Ciparisso, trova rifugio nel nascondiglio di Diavolopri, caverna ipogeica sui fianchi del Gisira. Si dice anche che venne ripreso il culto in un tempietto, edificato da Publio. Agatone lo avrebbe fatto decorare con affreschi, Il tempietto altro non sarebbe che l'attuale grotta dove viene venerata la figura della Madonna. Non pare che ci siano al momento tracce di epoca paleocristiana.
Secondo Agnello è da mettere in relazione con l'esistenza di una modesta comunità basiliana sorta attorno ad un oratorio rupestre. Le vicende sono oscure.
Forse ciò che poteva restare di epoca bizantina fu distrutto o rielaborato all'inizio del XVIII secolo, quando Luigi Deleon da Faenza, capitano dell'esercito spagnolo, si è ritirato a vita privata. La grotta della Madonna, una delle grotte aperte lungo le pareti della cava del fiume, si dovette prestare a tale esigenza. Alla fase settecentesca si deve la modifica della fronte che viene ampliata con l'aggiunta di una navata in muratura, con volta a botte sul lato orientale. La chiesa diventa di circa m. 12. La grotta diventa quindi l'abside di una chiesa con navata in muratura, come da esempi maltesi, secondo recenti studi. Altri lavori sembrano essere stati realizzati nel 1839. L'escavazione della grotta è di forma irregolarmente quadrangolare, con soffitto tendenzialmente piano. Nel fondo è un altare moderno con il dipinto della Madonna XVII-XVIII secolo, che occupa la parte centrale della parete ovest. Rimane la testa della Madonna ed il Bambino. Due teste maschili nimbate erano secondo Agnello a destra dell'immagine della Madonna. Orsi ne ricorda tre. A sinistra si vede oggi un recesso rettangolare ed accanto una porticina, ora murata, che apriva verso un camerone ipogeo. Di fronte è una seconda porta dalla quale si accede alla seconda elevazione dell'eremo settecentesco. Nel '700 si ricordano nove persone costituenti la comunità eremitica.
La Gisira e il torrente Porcaria
Il toponimo di Gisira ha come etimo "Al Giazirah", che in arabo vuol dire isola, benché non abbia le caratteristiche dell'isola. Nella toponomastica araba Al Giazirah, si riferisce indifferentemente ad isole, penisole, località poste tra fiumi, zone desertiche, isolate di limitata estensione o di più vasto ambito territoriale. Il toponimo vale a significare isolamento non solo geografico ma anche come stato mentale, quello dell'uomo di fronte ad una terra che considera infruttifera. Alla fine del secolo scorso Paolo Orsi sul sito della Gisira individua alcune tombe a grotticella artificiale, risalenti alla prima età del bronzo. Nel 1964 si scoprono, nella parte settentrionale del banco roccioso, i resti di un insediamento d'Età Neolitica, attestato dalla presenza di una serie di buche circolari, per ospitare i pali che reggevano l'alzato delle capanne. Le testimonianze archeologiche più evidenti, rinvenute nell'area utilizzata dal villaggio, sono costituite da una serie di utensili in basalto (macinelli, mazze, percussori cilindrici e conici ed asce), di selce e di ossidiana (lamette a grattatoio) e da frammenti di ceramica, attribuibili alla cultura di Stentinello, decorate con incisioni fatte con bordi di conchiglia, con "unghiature", o con motivi geometrici (rombi, losanghe, triangoli, ecc.).
L'anno successivo, la Soprintendenza di Siracusa, nei pressi del villaggio, individua una grotta a fossa di forma ellittica, delimitata da un filare di pietre disposte di taglio, al cui interno, oltre a terra commista a cenere, sono rinvenuti diversi frammenti di ceramica stentinelliana, una macina di pietra lavica e tracce d'ocra. Nella parte mediana del banco roccioso tra la fine del 1982 e gli inizi del 1983, gli scavi condotti dalla Soprintendenza portano alla luce le tracce di un piccolo villaggio preistorico, che sulla base dei materiali recuperati (numerosi frammenti di ceramica d'impasto, orli di baciletti decorati con incisioni a linee ondulate), attribuibili alla cultura di San Cono - Piano Notaro, risalirebbe agli inizi dell'Età del Rame.
Il corso del torrente Porcaria presenta ai lati profonde incisioni qui per un'altezza di circa cinquanta metri, vi affiorano, in perpendicolare, le calcareniti compatte che hanno un notevole interesse archeologico e naturalistico. All'opera della natura si è aggiunta quella dell'uomo, il quale, utilizzando e ampliando le nicchie e grotte già esistenti, o scavandone ex novo, ha realizzato ad altezze diverse - e principalmente in corrispondenza dei solchi di battente a mare, dove le nicchie e le grotte erano già presagomate dalle acque - tombe e locali di abitazione il cui numero non è stato ancora precisato.
J. Houel, architetto viaggiatore, visitò Brucoli, e risalendo il Porcaria, dalla foce fino al Maccaudo, accompagnato dalla gente di Brucoli, esternò la sua meraviglia di fronte a quella natura.
Il canale, un tempo, era rinomato per l'ostricoltura infatti "Ostreghe buonissime" furono segnalate dal Fazello (1558), e successivamente da V. Amico (1853), G.A. Massa (1709), il sig. De Burigny (1787), D. Adorno (1798), D'Arrigo (1953) scrisse "...non solo l'imboccatura rinomata ancora oggi per l'ostreicoltura...".
Non è certo che il Fazello parli delle ostriche, è probabile invece che si riferisca ad un'altra varietà di bivalve, il dattero di mare (Litofago o Litodomo), della famiglia dei mitilidi, comunissimo in queste coste ancora oggi. La presenza di ostriche nel canale è comunque accertata da altri documenti più recenti: lo Zuppello Santangelo accenna ad un dispaccio datato 1806, a firma di Antonio Del Castello, il quale in nome del re, ordina che le ostriche, che si producono nel canale restino "per particolare uso, e servizio della M. S. per cui resta proibito per chicchessia, sotto pena di carcere con rappresentarsi a S. M., di andare in detto canale a cogliere o pescare le ostriche riservate per privato uso, esercizi del re (D. G.) e non altrimenti".
Sulle rive del canale era presente il Belzuar, o pietre belzuartiche, coincidenti con il Benzoino o incenso di Giava, balsamo naturale usato in medicina come anticatarrale e disinfettante, oltre che in profumeria, associate alla presenza di fonti minerali. Probabilmente il Berlzuar ha attinenza con la manifestazione vulcanica rappresentata in zona dalla sorgente d'acqua sulfurea posta a cinquecento metri dalla foce.
Il santuario protocristiano della Madonna dell'Adonai
Nel III secolo in Sicilia, provincia romana, si diffuse il Cristianesimo e conseguentemente le furiose persecuzioni dei romani, a Siracusa e nelle sue campagne si sviluppò un gran fervore cristiano. In questo periodo a Brucoli le riunioni e le celebrazioni dei riti avvenivano nelle grotte naturali sul pianoro della Gisira, poco accessibile e isolato. Uno dei luoghi di riunioni era costituito da un antico sepolcro modificato, avente un'apertura ben definita, alta e rettangolare; una volta sorretta da una colonna dello stesso tufo calcareo, lasciata ad arte durante lo scavo, la cui base continua in un largo ripiano che termina sulla parete di fondo; nicchie scavate alle pareti, forse adibite a ripostigli. Alcune grotte erano dette "Del Greco". La più grande era adibita ad oratorio e dedicata alla Mater Adonai, cioè Madre di Dio, sulla parete di fondo vi si dipinse l'effige di Maria Santissima dell'Adonai col Bambino della roccia. Fra i primi cristiani ospitò Sant'Agatone, vescovo di Lipari, San Neofito, successivamente consacrato vescovo di Lentini e Santa Epifania. Fanno parte dell'oratorio protocristiano altri ambienti, accessibili dall'esterno. In quello più ampio si riconoscono due focolari ricavati in un ripiano di pietra. Interrata per secoli questa grotta fu riportata alla luce e restituita al culto per un singolare avvenimento: si narra che una mucca andando al pascolo in quel luogo, sprofondasse in un crepaccio e che la cavità nascosta si rivelasse ad un bambino accorso nel tentativo di salvare la bestia. Per il fatto miracoloso, la grotta fu meta di pellegrinaggi ed in breve divenne uno dei santuari più frequentati dai fedeli.
La chiesa e l'eremitaggio che vi furono edificati al di sopra nel XVII secolo, sorgono tuttora immersi in un'ombrosa macchia verde fatta di alberi e cespugli; un'oasi di pace in mezzo alla campagna assolata che si estende fino al mare e sulla quale si trova ancora qualche traccia delle vecchie recinzioni dei campi coltivati dai fra-ti dell'eremo. La comunità religiosa dell'eremo si occupava alla preghiera, allo studio ed ad alcune attività artigianali e al lavoro nei campi: alla confraternita erano stati concessi alcuni terreni appartenenti al feudo della Gisira, come risulta da documenti del 1729 e del 1766.
Durante la prima metà del Novecento la comunità si estinse per la morte dei religiosi divenuti vecchi. L'ultimo eremita, fra' Antonino, morì solo in assoluta povertà nel 1948. All'interno della chiesa, si conservava fino a pochi anni fa una tela del 1815, raffigurante Sant'Agatone che impartiva nella grotta il sacramento dell'Ordine ad Alessandro detto Neofita. Oggi, grotta e santuario sono aperti ai fedeli solo in poche occasioni.
Il castello
Il castello sorge sull'estrema punta della scogliera che ospita il borgo, preceduto da una misera piazza, si raggiunge attraversando la strada principale che taglia il paese. In origine la fortificazione era costituita dalla sola torre centrale quadrata edificata intorno al 1467, attualmente essa è circondata da una recinzione muraria del secolo XVI limitata ai quattro angoli da torri basse e cilindriche. Due garitte del XVII secolo si distinguono a nord-ovest e a sud-est. L'ingresso, situato a ponente, consiste in un largo portale con arco a sesto acuto, al di sopra del quale sono poste quattro mensole aggettanti.
Gli accorgimenti tipici delle torri costiere fortificate sono: al pianterreno la presenza di una cisterna, per la raccolta dell'acqua piovana che serviva come riserva idrica; la suddivisione in diversi ambienti asciutti dove riporre le polveri; l'uso del ", copertura a volta, al posto di solai piani per evitare incendi e reggere meglio il peso dell'artiglieria. Le terrazze sono generalmente munite di un alto parapetto merlato con sguanci per le cannoniere e finestrature strombate verso l'esterno per alloggiare le armi a fuoco. Alle mura di cinta, con i loro camminamenti di ronda, si accede attraverso scale ricavate nello spessore murario. L'edificio nel corso dei secoli è andato soggetto a frazionamento con l'installazione di soffitti lignei, documentati dagli incavi simmetrici parietali.
La valutazione paesistico-ambientale - Normativa d'uso
L'area in esame, come già anticipato, presenta una serie di elementi di pregio ambientale, paesaggistico e storico-archeologico (la baia ed il canale, Capo Campolato, il Castello, ecc.) immersi in un contesto che necessita di un riordino a seguito di una trascorsa gestione territoriale non pianificata.
Oggi la normativa vigente (decreto legislativo n. 42/04 e relative circolari esplicative ed applicative) impone di commisurare, già in sede di elaborazione e di redazione di un vincolo paesaggistico, le esigenze di tutela e le relative misure di protezione con gli interessi coinvolti, pervenendo, attraverso una motivata analisi territoriale ad una adeguata normativa d'uso (attività compatibili e attività non consentite). La normativa di cui sopra viene riferita a tutto il territorio vincolato; in particolare vengono poi dettate specifiche normative d'uso per quegli elementi che costituiscono le peculiarità del vincolo stesso.
Attività compatibili
1)  Attività forestali: attività mirate alla conservazione, miglioramento e gestione della vegetazione spontanea presente ed in genere volte alla difesa del suolo ed al miglioramento delle caratteristiche idrogeologiche, dell'ambiente e del paesaggio, attività florovivaistiche ad esclusione delle serre.
2)  Attività agropastorali: attività attinenti alla produzione agricola ed all'allevamento tradizionale, anche attraverso innovazioni ecosostenibili, volte alla conservazione ed al recupero dei paesaggi coltivati; edifici e strutture architettonicamente compatibili con le predette caratteristiche.
3)  Attività artigianali: attività artigianali e commerciali e relative strutture ed edifici;
4)  Attività residenziali e residenziali-turistiche: attività mirate a riqualificare le condizioni dell'abitare e a soddisfare le necessità residenziali con tipologie armonizzate con la morfologia dei luoghi.
5)  Attività turistico-alberghiere, agrituristiche di turismo rurale ed ittiturismo: attività e relative strutture, impianti e fabbricati armonizzati con la morfologia dei luoghi e finalizzati a migliorare la recettività turistica e sostenere e favorire lo sviluppo delle attività connesse all'agricoltura ed alla pesca, compresi campeggi ed aree attrezzate ed in generale mirate a favorire il riutilizzo di fabbricati rurali esistenti.
6)  Attrezzature: attività finalizzate alla realizzazione di servizi di livello urbano ed extraurbano (attr. sportive, verde pubblico attr. culturali e per il tempo libero servizi ed attr. balneari, ecc.).
7)  Infrastrutture ed impianti: attività e strutture mirate al miglioramento e all'adeguamento della viabilità ferroviaria e su gomma fatta eccezione per le strutture riguardanti la grande viabilità autostradale; impianti tecnologici di piccola dimensione (palificazioni elettriche e telefoniche ponti radio e TV, ecc.) con esclusione di tralicci.
8)  Attività culturali-scientifiche e didattico-ricreative: attività finalizzate alla fruizione per scopi scientifici, culturali e didattico-ricreative dei valori ambientali, paesaggistici e storico-culturali; attività per il recupero e l'incremento della balneazione e per il tempo libero non implicanti alcuna modifica ambientale permanente.
Attività vietate
1)  Attività estrattiva: attività relative alla coltivazione ed escavazione di materiali lapidei e da costruzione in genere; ogni attività estrattiva di combustibili fossili.
2)  Attività industriali: attività legate alla grande industria non riconducibili a piccole e medie attività artigianali.
3)  Infrastrutture ed impianti: attività attinenti alla grande viabilità (autostrade, strade statali di grande scorrimento, ecc.); impianti per la produzione di energia eolica e fotovoltaica (fatta eccezione per i piccoli impianti di tipo domestico); grandi linee elettriche ed energetiche (elettrodotti, gasdotti, oleodotti, ecc.) fuori terra.
4)  Attività agricole serricole: attività legate alla produzione agricola in serra.
In particolare, fatto salvo quanto sopra, per le seguenti sub-unità paesaggistico-ambientali si dispone quanto segue:
Santuario Adonai
Politica: Conservazione
Interventi consentiti:
-  attività di promozione della fruizione del sito e apposizione di segnaletica atta a informare i visitatori;
-  restauro filologico del santuario e degli ambienti naturali delle grotte;
-  mantenimento delle attività legate alla conduzione agricola e orticola dei campi di pertinenza del santuario.
-  manutenzione dei muri a secco dei percorsi agricoli e della tipica vegetazione a macchia;
-  tutela dei valori percettivi e panoramici;
-  valorizzazione e conservazione dei sentieri e degli elementi complementari alla viabilità rurale.
Interventi vietati:
-  attività di restauro e di manutenzione con sistemi non tradizionali e contrari alla conservazione del bene;
-  attività mirate alla manutenzione o alla realizzazione di viabilità con tecniche che fanno uso di asfalto e cemento;
-  impianti tecnologici a vista non conformi alla natura dei luoghi;
-  nuova edificazione all'interno dell'area individuata.
Gisira
Interventi consentiti:
-  gli interventi consentiti sono quelli elencati nella normativa d'uso - Attività compatibili.
Interventi vietati:
-  gli interventi vietati sono quelli elencati nella normativa d'uso - Attività vietate; inoltre le opere di urbanizzazione secondaria di cui al D.I. n. 1444/68, da destinare a verde pubblico da cedere all'amministrazione comunale, dei piani di lottizzazione, dovranno essere individuate nella fascia contigua all'area di rispetto dei 150 metri dalla battigia e circostanti le aree di interesse archeologico e paesaggistico.
Capo Campolato
Politica: Conservazione e valorizzazione
Interventi consentiti:
-  gli interventi consentiti sono quelli elencati nella normativa d'uso - Attività compatibili. Inoltre sono consentiti:
-  minimizzazione degli impatti provocati dalla pressione antropica;
-  interventi mirati alla tutela dei valori percettivi e panoramici ed alla salvaguardia della formazione di gariga;
-  recupero e valorizzazione dell'edificato rurale e costiero storico tradizionale.
Interventi vietati:
-  gli interventi vietati sono quelli elencati nella normativa d'uso - Attività vietate; inoltre le opere di urbanizzazione secondaria di cui al D.I. n. 1444/68, da destinare a verde pubblico da cedere all'amministrazione comunale, dei piani di lottizzazione, dovranno essere individuate nella fascia contigua all'area di rispetto dei 150 metri dalla battigia e circostanti le aree di interesse archeologico e paesaggistico.
Occorre inoltre mantenere l'intervisibilità della baia dalla strada principale di accesso a Campolato, ad andamento nord-sud.
Canale di Brucoli e torrente Porcario
Politica: Valorizzazione e recupero
Interventi consentiti:
-  creazione di percorsi ciclopedonali con relative aree di so-sta, belvederi e piccoli giardini rocciosi con tecniche di ingegneria naturalistica;
-  attività mirate al restauro della sorgente sulfurea e delle grotte naturali;
-  attività tese a favorire l'attività portuale alle imbarcazioni dei pescatori locali;
-  interventi di rinaturazione del corso del torrente con inter-venti di ingegneria naturalistica;
-  attività finalizzate alla promozione della fruizione ecologica.
Interventi vietati:
-  gli interventi vietati sono quelli elencati nella normativa d'uso - Attività vietate; inoltre le opere di urbanizzazione secondaria di cui al D.I. n. 1444/68, da destinare a verde pubblico da cedere all'amministrazione comunale, dei piani di lottizzazione, dovranno essere individuate nella fascia contigua all'area di rispetto dei 150 metri dalla battigia e circostanti le aree di interesse archeologico e paesaggistico. Inoltre sono vietate:
-  attività portuali e nautico-diportistiche che comportino lo sfruttamento del canale e turbino l'ecosistema canale-fascia costiera-torrente Porcaria; vengono fatte salve le concessioni già rilasciate;
-  nuova edificazione nella fascia indicata in planimetria, fatti salvi gli strumenti attuativi vigenti e le autorizzazioni già rilasciate.
Borgo di Brucoli
Politica: Recupero
Interventi consentiti:
-  attività di promozione ed incentivazione di interventi di riqualificazione dell'edificato;
-  attività di manutenzione ordinaria, straordinaria e di ripristino e restauro edilizio strettamente conforme al contesto architettonico;
-  attività di riqualificazione del lungomare e dei margini urbani in affaccio sul canale con inserimento di vegetazione autoctona. Promozione di spazi e iniziative per l'integrazione tra l'attività di pesca e il turismo;
-  attività di conservazione storico-ambientale e riqualificazione dei caratteri originari del borgo.
Interventi vietati:
-  demolizione e ricostruzione dell'edificato storico e di pregio architettonico;
-  edifici e strutture tecnologiche che emergano dallo skyline del Borgo.
Baia di Brucoli
Politica: Recupero e promozione paesaggistica
Interventi consentiti:
-  attività di tipo sportivo-ricreativo e servizi per la nautica da diporto;
-  attività e strutture per la ricettività turistica e per il ripristino dell'attività agricola e orticola con funzione agrituristica;
-  attività finalizzate al riuso della calcara con finalità didattiche;
-  attrezzature e impianti per lo sport e il verde pubblico, servizi per la balneazione.
Interventi vietati:
-  gli interventi vietati sono quelli elencati nella normativa d'uso - Attività vietate; inoltre le opere di urbanizzazione secondaria di cui al D.I. n. 1444/68, da destinare a verde pubblico da cedere all'amministrazione comunale, dei piani di lottizzazione, dovranno essere individuate nella fascia contigua all'area di rispetto dei 150 metri dalla battigia e circostanti le aree di interesse archeologico e paesaggistico.
Occorre inoltre mantenere l'intervisibilità della baia dalla strada principale di accesso a Campolato, ad andamento nord-sud. Sono infine vietati gli interventi che possano compromettere l'intervisibilità costiera di breve, medio e lungo raggio e la percezione paesaggistica di insieme.
Entroterra della baia
Interventi consentiti:
-  attività di recupero, mantenimento e promozione dell'agricoltura tradizionale di tipo arboreo ed arbustivo (olivi, carrubi, piante da frutto, ecc.);
-  attività edilizia che recuperi l'edificato rurale tradizionale esistente e proponga standard edilizi di tipo rurale.
Interventi vietati:
-  gli interventi vietati sono quelli elencati nella normativa d'uso - Attività vietate.
Perimetrazione vincolo
Il vincolo si diparte dal castello, lato mare, e chiude il canale con una linea retta fino al più vicino scoglio della Gisira dove percorre tutta la linea di costa per girare sulla sinistra e costeggiare il villaggio costiero fino ad intercettare la ferrovia Siracusa-Catania; da qui gira sulla sinistra e la percorre fino ad una stradina sulla sinistra, percorrendola e seguendone il percorso prima sulla destra e poi debolmente a sinistra fino ad un incrocio a martello dove gira sulla sinistra e poi nuovamente a destra lasciando sempre sulla destra un'area edificata e raggiungendo la costa dove, girando a sinistra fino ad uno scoglio orientato verso ovest-nord-ovest; da qui segue una linea retta ideale che chiude la baia di Brucoli fino al lato mare del castello.
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A conclusione dei lavori di esame del suddetto testo, riportante tutte le modifiche apportate alla proposta originaria in considerazione delle informazioni e di quanto documentato dal comune di Augusta, la commissione e tutti i componenti ritengono opportuno, per consentire a chiunque di poter effettuare eventuali verifiche, trascrivere di seguito le parti, oggetto di modifica, della proposta originaria, così come presentata dalla Soprintendenza di Siracusa nella prima seduta del 25 ottobre 2006.
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Proposta originaria presentata dalla Soprintendenza di Siracusa in data 25 ottobre 2006 (si trascrivono soltanto le parti di testo nella stesura precedente alle modifiche apportate nelle sedute del 23 maggio 2007 e del 4 giugno 2007, con inizio dal capitolo "La valutazione paesistico-ambientale - Normativa d'uso").
Attività compatibili
1)  Attività forestali: attività mirate alla conservazione, miglioramento e gestione della vegetazione spontanea presente ed in genere volte alla difesa del suolo ed al miglioramento delle caratteristiche idrogeologiche, dell'ambiente e del paesaggio.
2)  Attività agropastorali: attività attinenti alla produzione agricola ed all'allevamento tradizionale, anche attraverso innovazioni ecosostenibili, volte alla conservazione ed al recupero dei paesaggi coltivati; edifici e strutture architettonicamente compatibili con le predette caratteristiche.
3)  Attività artigianali: attività artigianali e commerciali e relative strutture ed edifici.
4)  Attività residenziali e residenziali-turistiche: attività mirate a riqualificare le condizioni dell'abitare e a soddisfare le necessità residenziali con tipologie a bassa cubatura e dietro redazione di appositi piani particolareggiati con specifica normativa da elaborare in sede di P.T.P.
5)  Attività turistico-alberghiere, agrituristiche di turismo rurale ed ittiturismo: attività e relative strutture, impianti e fabbricati a bassa cubatura finalizzate a migliorare la recettività turistica e sostenere e favorire lo sviluppo delle attività connesse all'agricoltura ed alla pesca, compresi campeggi ed aree attrezzate ed in generale mirate a favorire il riutilizzo di fabbricati rurali esistenti.
6)  Attrezzature: attività finalizzate alla realizzazione di servizi di livello urbano ed extra urbano (attr. sportive, verde pubblico, attr. culturali e per il tempo libero, servizi ed attr. balneari ecc.).
7)  Infrastrutture ed impianti: attività e strutture mirate al miglioramento e all'adeguamento della viabilità ferroviaria e su gomma fatta eccezione per le strutture riguardanti la grande viabilità autostradale; impianti tecnologici di piccola dimensione (palificazioni elettriche e telefoniche, ponti radio e TV, ecc.).
8)  Attività culturali-scientifiche e didattico-ricreative: attività finalizzate alla fruizione per scopi scientifici, culturali e didattico-ricreative dei valori ambientali, paesaggistici e storico-culturali; attività per il recupero e l'incremento della balneazione e per il tempo libero non implicanti alcuna modifica ambientale permanente.
Attività vietate
1)  Attività estrattiva: attività relative alla coltivazione ed escavazione di materiali lapidei e da costruzione in genere; ogni attività estrattiva di combustibili fossili.
2)  Attività industriali: attività legate alla grande e media industria non riconducibili a piccole e medie attività artigianali.
3)  Infrastrutture ed impianti: attività attinenti alla grande viabilità (autostrade, strade statali di grande scorrimento, ecc.); impianti per la produzione di energia eolica e fotovoltaica (fatta eccezione per i piccoli impianti di tipo domestico); grandi linee elettriche ed energetiche (elettrodotti, gasdotti, oleodotti ecc.).
4)  Attività agricole serricole: attività legate alla produzione agricola in serra.
In particolare, per le seguenti sub-unità paesaggistico-ambientali si dispone quanto segue:
Santuario Gisira
Politica: Conservazione
Interventi consentiti:
-  attività di promozione della fruizione del sito e apposizione di segnaletica atta a informare i visitatori;
-  restauro filologico del santuario e degli ambienti naturali delle grotte;
-  mantenimento delle attività legate alla conduzione agricola e orticola dei campi di pertinenza del santuario;
-  manutenzione dei muri a secco dei percorsi agricoli e della tipica vegetazione a macchia dell'antico vallone;
-  tutela dei valori percettivi e panoramici;
-  valorizzazione e conservazione dei sentieri degli elementi complementari alla viabilità rurale.
Interventi vietati:
-  attività di restauro e di manutenzione con sistemi non tradizionali e contrari alla conservazione del bene;
-  attività mirate alla manutenzione o alla realizzazione di viabilità con tecniche che fanno uso di asfalto e cemento;
-  impianti tecnologici a vista non conformi alla natura dei luoghi;
-  nuova edificazione all'interno di una fascia di 500 metri attorno al santuario.
Capo Campolato
Politica: Conservazione e valorizzazione
Interventi consentiti:
-  minimizzazione degli impatti provocati dalla pressione antropica con limitazione dell'accesso agli autoveicoli;
-  interventi mirati alla tutela dei valori percettivi e panoramici ed alla salvaguardia della formazione di gariga;
-  recupero e valorizzazione dell'edificato rurale e costiero storico tradizionale.
Interventi vietati:
-  nuova edificazione entro la fascia di 500 metri dalla battigia.
Canale di Brucoli e torrente Porcaria
Politica: Valorizzazione e recupero
Interventi consentiti:
-  creazione di percorsi ciclopedonali, aree di sosta, belvederi e piccoli giardini rocciosi con tecniche di ingegneria naturalistica;
-  attività mirate al restauro della sorgente sulfurea e delle grotte naturali;
-  attività tese a favorire l'attività portuale alle imbarcazioni dei pescatori locali;
-  interventi di rinaturazione del corso del torrente con interventi di ingegneria naturalistica;
-  attività finalizzate alla promozione della fruizione ecologica.
Interventi vietati:
-  attività portuali e nautico-diportistiche che comportino lo sfruttamento del canale e turbino l'ecosistema canale-fascia costiera-torrente Porcaria;
-  nuova edificazione in una fascia di 300 metri dalla costa.
Borgo di Brucoli
Politica: Recupero
Interventi consentiti:
-  attività di promozione ed incentivazione di interventi di riqualificazione dell'edificato;
-  attività di manutenzione ordinaria, straordinaria e di ripristino e restauro edilizio strettamente conforme al contesto architettonico;
-  attività di riqualificazione del lungomare e dei margini urbani in affaccio sul canale con inserimento di vegetazione autoctona. Promozione di spazi e iniziative per l'integrazione tra l'attività di pesca e il turismo;
-  attività di conservazione storico-ambientale e riqualificazione dei caratteri originari del borgo.
Interventi vietati:
-  demolizione e ricostruzione dell'edificato storico e di pregio architettonico;
-  edifici e strutture tecnologiche che emergano dallo skyline del borgo.
Baia di Brucoli
Politica: Recupero e promozione paesaggistica
Interventi consentiti:
-  attività di tipo sportivo-ricreativo e servizi per la nautica da diporto;
-  attività e strutture per la ricettività turistica e per il ripristino dell'attività agricola e orticola con funzione agrituristica;
-  attività finalizzate al riuso della calcara con finalità didattiche;
-  attrezzature e impianti per lo sport e il verde pubblico, servizi per la balneazione.
Interventi vietati:
-  interventi che possano compromettere l'intervisibilità costiera di breve, medio e lungo raggio e la percezione paesaggistica di insieme.
Entroterra della baia
Interventi consentiti:
-  attività di recupero, mantenimento e promozione dell'agricoltura tradizionale di tipo arboreo ed arbustivo (olivi, carrubi, piante da frutto, ecc.);
-  attività edilizia che recuperi l'edificato rurale tradizionale esistente e proponga standard edilizi di tipo rurale.
Interventi vietati:
-  estirpazione, per cambio di destinazione colturale, degli uliveti esistenti...
*  *  *

A questo punto della riunione i dirigenti della Soprintendenza di Siracusa, dott.ssa Mariella Musumeci e dott. Antonello Mamo, lasciano la seduta. La commissione, preso atto delle motivazioni riportate nella proposta di vincolo, vista la perimetrazione in essa descritta e riportata nella planimetria (allegato 1 al presente verbale), preso atto di quanto rappresentato e documentato dal comune di Augusta, procede alla votazione della proposta del vincolo denominato "La fascia costiera di Brucoli", così come modificata nelle sedute del 23 maggio e 4 giugno 2007.
La commissione, visti gli artt. 136 e seguenti del decreto legislativo n. 42/04 e successive modifiche ed integrazioni, all'unanimità
Delibera

di includere nell'elenco delle bellezze naturali della provincia di Siracusa, ai sensi dell'art. 136, lett. c), decreto legislativo n. 42/04 e successive modifiche ed integrazioni, tutta l'area del comune di Augusta (SR) sopra denominata "Fascia costiera di Brucoli".
Alle ore 12,00, la seduta viene chiusa.
Letto approvato e sottoscritto:
-  arch. Muti, presidente;
-  arch. Genovesi, componente;
-  arch. Catania, componente;
-  arch. Cortese, componente;
-  ing. Greco, componente;
-  arch. Infantino, componente;
-  ing. Ferla, componente;
- sig. Mezzasalma, segretario.









SOPRINTENDENZA PER I BENI CULTURALI ED AMBIENTALI SIRACUSA
PERIMETRAZIONE DI DETTAGLIO VINCOLO
"La fascia costiera di Brucoli"

Santuario Adonai
La perimetrazione di questa sub-unità paesaggistica si diparte dal punto di coordinate 37°17'28,03" N - 15°10'32,07'', che costituisce l'affaccio a mare della strada a nord-ovest del santuario, e percorre quest'ultima verso sud-ovest per circa 140 metri fino al confine di proprietà verso sud-est per circa 170 metri, si innesta su una strada sterrata e percorrendo quest'ultima per circa 500 metri prima in direzione est-sud-est, poi in direzione sud-sud-est, gira sulla sinistra in direzione nord-nord-est lungo un piccolo sterrato; segue quest'ultimo per poco più di 100 metri fino all'inizio dell'area boscata di proprietà ex Valtur e ne percorre il confine in direzione nord-nord-ovest per circa 170 metri, poi segue una traiettoria nord-est seguendo sempre l'area verde per circa 50 metri e poi una traiettoria est-nord-est per circa 250 metri, fino alla linea di costa, che segue fino al punto di partenza.
Gisira
La perimetrazione si diparte dal punto di coordinate 37°17'28,03" N - 15°10'32,07'' e segue la linea di costa in direzione nord-ovest fino alla proiezione sulla linea di costa della strada di accesso al vicino agglomerato urbano di tipo stagionale (37°17'20,66'' N - 15°09'43,53'' E); da questo punto segue la predetta strada, si innesta sulla ferrovia Catania-Siracusa e segue quest'ultima in direzione Siracusa per circa 1.100 metri, gira sulla sinistra in direzione nord-est seguendo un filare di alberi, ne segue la voluta semicircolare sulla destra, risale lungo il costone roccioso verso est-sud-est e si innesta sulla strada di lottizzazione; segue quest'ultima a confine con la predetta lottizzazione per circa 1.000 metri e risale verso nord lungo la strada asfaltata per 850 metri circa, dove segue, lasciandola sulla sinistra, l'area alberata ex Valtur per complessivi 330 metri circa e si innesta sulla pista costiera, la segue per circa 170 metri, segue lo sterrato che gira intorno alla piscina per circa 60 metri e raggiunge, mantenendo la medesima direzione, la linea di costa. Segue quest'ultima verso nord-ovest fino a raggiungere il confine con la sub-perimetrazione denominata Santuario Adonai e la segue fino al punto di partenza.
Canale di Brucoli e torrente Porcaria
La perimetrazione si diparte dallo spigolo di confine con la sub-unità denominata Gisira, a est-nord-est del complesso ex Valtur e, seguendo una linea ideale che chiude la bocca del canale di Brucoli in direzione sud-est, raggiunge il Borgo di Brucoli in un punto avente coordinate 37°17'09,35'' N - 15°11'12,49'' E. Da qui segue la linea di costa in direzione del canale per circa 160 metri, circoscrive il lato orientale della spiaggetta ed incontra, secondo una linea ideale, lo spigolo del primo fabbricato a sud; segue l'allineamento dei prospetti dei fabbricati che si affacciano sul canale, percorre una linea ideale che si tiene a 20 metri dal canale e si innesta sulla strada asfaltata in direzione sud-sud-est, inglobandola, fino a raggiungere la strada principale di accesso al Borgo di Brucoli; la percorre in direzione sud per circa 160 metri, gira verso ovest seguendo la strada di accesso al complesso ex Valtur e gira verso sud seguendo l'allineamento delle facciate, che guardano verso ovest, delle villette della vicina lottizzazione; giunge alla stazioncina ferroviaria seguendo il tracciato della ferrovia verso ovest, fino al punto in cui questa incontra la deviazione della perimetrazione della sub-unità denominata Gisira; segue questa perimetrazione sulla destra fino a raggiungere il punto di partenza.
Borgo di Brucoli
La perimetrazione si diparte dal punto di coordinate 37°17'09,35'' N - 15°11'12,49" E, segue la linea di costa a est del Borgo di Brucoli fino ad incontrare la strada che costeggia la Baia di Brucoli; la segue per circa 140 metri per poi girare verso la strada a sud che, percorrendo una voluta verso ovest, si innesta, dopo 450 metri, sulla strada principale di accesso a Brucoli. Da qui segue la perimetrazione della sub-unità denominata canale di Brucoli e torrente Porcaria, fino al punto di partenza.
Baia di Brucoli
La perimetrazione si diparte dal punto di coordinate 37°17'09,35'' N - 15°11'12,49'' E, segue una linea ideale in direzione nord-est fino al punto di coordinate 37°17'32,41" N - 15°11'50,08" E ubicato in località Campolato, segue la linea di costa verso est-nord-est per circa 90 metri, raggiunge la base del costone roccioso seguendo un tracciato avente direzione sud-est per circa 85 metri e segue quest'ultimo verso sud-sud-ovest e si innesta, dopo poco meno di 600 metri, sulla strada asfaltata ubicata ai piedi del predetto costone; segue quest'ultima per circa 450 metri e si ricongiunge, secondo una linea avente direzione sud-ovest, la strada che segue la costa, alle spalle dell'ex Trotylon, dopo circa 270 metri. Da qui segue la citata viabilità costiera fino a raggiungere il perimetro della sub-unità paesaggistica denominata Borgo di Brucoli e lo segue fino al punto di partenza.
Entroterra della baia
La perimetrazione inizia dall'incrocio posto sul punto di coordinate 37°17'06,84'' N - 15°11'59,11'' E, segue la bretella di collegamento con la strada di accesso al camping Baia del Silenzio e segue quest'ultima verso sud fino ad innestarsi sulla vicina strada provinciale; ne segue la voluta verso ovest per circa 160 metri e gira verso sud seguendo una strada di lottizzazione per circa 270 metri, proiettandosi subito dopo sulla ferrovia. Segue quest'ultima verso ovest per circa 860 metri fino a ricongiungersi con il perimetro della sub-unità denominata Canale di Brucoli e Torrente Porcaria, segue in direzione nord prima questo confine, poi il confine meridionale della perimetrazione della sub-unità denominata Borgo di Brucoli fino alla strada costiera che si affaccia sulla baia. Segue quest'ultima in direzione est-nord-est fino a raggiungere il punto di partenza.
Capo Campolato
La perimetrazione si diparte dal punto di coordinate 37°17'32,41'' N - 15°11'50,08'' E, segue la linea di costa in direzione est fino al punto di coordinate 37°17'05,64'' N - 15°12'44,25'' E dove segue una traiettoria avente direzione sud-ovest per 450 metri circa percorrendo un modesto gradino morfologico.
(2008.23.1856)016
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MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
FRANCESCO CATALANO, condirettoreMELANIA LA COGNATA, redattore

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