Pos. 1	Prot. N. 212.04.11

Oggetto: PUBBLICO IMPIEGO -Incarichi di consulenza - Divieto previsto dall'art. 5 della l.r. 12-11-1996,n. 41 -




Allegati n...........................



ASSESSORATO REGIONALE DELLA SANITA'

						Ufficio di Gabinetto
										P A L E R M O

1 . Con nota 5-10-2004, n. 203 codesto Assessorato ha chiesto l'avviso dello scrivente Ufficio in ordine al significato da attribuire al termine "amministrazione di provenienza" utilizzato dall'art.25 della legge n. 724/1994, cui fa rinvio l'art. 5 della l.r. n. 41/1996 e, in particolare, se tale termine debba riferirsi, per quanto riguarda l'Amministrazione regionale, ai singoli assessorati o alla Regione quale ente.

2 . In merito a quanto richiesto si osserva che il termine "amministrazione" viene usato nella legislazione senza un significato univoco potendo indicare di volta in volta la pubblica amministrazione in senso lato, lo Stato od altro ente pubblico, ovvero un'articolazione amministrativa (assessorato, dipartimento, gruppo di uffici) dell'ente stesso.
Sembra, pertanto, che il significato del termine "amministrazione" vada verificato di caso in caso in relazione allo specifico contenuto di ciascuna disposizione normativa e del fine perseguito dal legislatore.

Restringendo l'analisi al campo legislativo più recente, coevo peraltro alla legge statale in esame, va osservato che l'art . 1, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, cui rimanda appunto l'art. 25 della legge n. 724/1994, include fra le "amministrazioni pubbliche" le singole "amministrazioni" dello Stato ed in prosieguo opera una identificazione fra amministrazioni ed enti diversi dallo Stato ( regioni, province, comuni, comunità montane...). Può pertanto ragionevolmente argomentarsi che al di fuori delle "amministrazioni-ministeri" il decreto legislativo n. 29/1993 identifichi le pubbliche amministrazioni coi singoli enti.

Va pure considerato che nella terminologia prevalentemente adoperata dal legislatore regionale gli assessorati sono definiti come "rami" della "Amministrazione regionale" e che lo stesso legislatore, allorché vuol riferirsi all'intera macchina regionale adopera la locuzione "Amministrazione regionale" (a titolo esemplificativo si confrontino l'art. 14/bis, comma 13 della l.r. n. 7/2002; l'art. 38 della l.r. n. 2/2002; l'art. 55, c.2, della l.r. n. 21/2001; l'art. 2/bis della l.r. n. 10/2000; l'art. 1, comma 4, l.r. n. 9/2004; l'art. 11 della l.r. n. 20/2003; l'art. 11, comma 5, della stessa l.r. n. 20/2003).

Orbene, poiché il fine perseguito dall'art. 25 della legge n. 724/1994 appare quello di vietare la continuità di collaborazione e di remunerazione del dipendente collocato in pensione per anzianità con l'amministrazione statale o amministrazione-ente di provenienza ed atteso che l'art. 5 della l.r. n. 41/1996 estende l'applicazione della norma statale alla "Amministrazione regionale" deve ritenersi che il divieto in questione debba essere esteso all'amministrazione - regione e non già ai singoli Assessorati.
Tale conclusione appare peraltro coerente con la previsione di un ruolo unico della dirigenza (cfr. art. 6 della l.r. n. 10/2000) e col fatto che nella Regione il rapporto di impiego sia dei dirigenti che del personale del comparto non è costituito col singolo Assessorato e fa capo, salvo poche eccezioni, irrilevanti nell'economia del ragionamento, alla Presidenza della Regione.