Oggetto: Ricorso gerarchico ex art. 7 della L.r. n. 10/2000 e richiesta di annullamento in autotutela del decreto del dirigente del Servizio n. 673 del 10-8-2005.
Allegati n...........................
ASSESSORATO REGIONALE DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE
Dipartimento territorio e ambiente
P A L E R M O
1 . Con nota 6 - 9 - 2005, prot. N. 53792 codesto Dipartimento, dopo aver premesso i fatti che hanno condotto all'adozione da parte di un dirigente di Servizio di un provvedimento adottato a seguito di avocazione dell'affare dal Dirigente generale e fatto oggetto di un'ordinanza di sospensione da parte del giudice amministrativo adito dalla ditta interessata chiede a quest'Ufficio:
- se il decreto ulteriormente adottato dallo stesso dirigente di servizio a seguito dell'ordinanza di sospensione, a sua volta impugnato in via gerarchica dall'interessato, sia qualificabile o meno come atto non definitivo;
- se di conseguenza, avverso tale ultimo provvedimento impugnato in via gerarchica, sia ammissibile il ricorso gerarchico al Dirigente generale o, in caso negativo, a chi debba intestarsi la competenza alla sua decisione;
- se, alla luce del precedente parere 19-5-2005, n. 7274/108.11.05, reso da quest'Ufficio sulle attribuzioni e competenze del dirigente di strutture intermedie ed alla luce dell'ordinanza di sospensione emessa dal Tribunale amministrativo, il provvedimento impugnato in via gerarchica contenga o meno elementi di illegittimità o nullità derivanti dall'essere emesso dal dirigente del servizio.
2 - Sui primi due quesiti formulati deve osservarsi che l'atto adottato del dirigente del servizio non può considerarsi "definitivo" atteso che in tale nozione rientrano pacificamente quelli adottati dall'autorità di vertice individuabile, dopo l'entrata in vigore del D.lgs. n. 29/1993, nel dirigente generale (cfr. Virga, La tutela giurisdizionale nei confronti della P.A., ed. Giufrè, anno 2003, p. 28) o quelli espressamente dichiarati tali da disposizioni normative ( e, ovviamente, quelli per cui sia inutilmente decorso il termine di impugnazione).
Ne consegue che, alla luce del precedente parere e delle disposizioni della l.r. n. 10/2000 nello stesso richiamate, il ricorso gerarchico in questione dovrà essere deciso dal Dirigente generale di codesto Dipartimento.
L'ultimo quesito ripropone, invece, la questione della possibilità del dirigente di servizio di modificare, revocare o annullare, provvedimenti adottati dal dirigente apicale in sede di avocazione dell'affare. Su tale punto non può che confermarsi la risposta negativa già data col precedente parere aggiungendo, tuttavia, che tale affermazione non spoglia il dirigente dalla competenza ad emettere ulteriori provvedimenti sulla fattispecie oggetto dell'affare precedentemente avocato soltanto nel caso in cui il procedimento gli sia stato restituito per ulteriori incombenze fermo restando che, in tal caso, nell'adozione degli ulteriori atti il dirigente sott'ordinato non può discostarsi dalle indicazioni fornite dal Dirigente generale.
Alla luce di tali considerazioni il provvedimento impugnato in via gerarchica sembra affetto dagli stessi vizi di incompetenza e/o eccesso di potere denunciati dall'interessato col primo motivo del ricorso al TAR (proposto avverso analogo provvedimento) e accolto in via cautelare.
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Ai sensi dell'art. 15, co. 2 del D.P.Reg. 16-6-1998, n. 12 lo scrivente acconsente sin d'ora all'accesso, presso codesto Assessorato, al presente parere da parte di eventuali soggetti richiedenti.
Si ricorda, poi, che in conformità alla circolare presidenziale 8-9-1998, n. 16586/66.98.12, trascorsi 90 giorni dalla data di ricevimento del presente parere senza che codesta amministrazione ne comunichi la riservatezza, lo stesso potrà essere inserito nella banca dati FONS.
